Dogana, Sibilia teme un Gesualdo bis: “Non mettiamo le pecore in mano ai lupi”

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Il Movimento a 5 Stelle ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul futuro della Dogana, con una raccolta delle idee e proposte dei cittadini per dar vita a un progetto condiviso.

«Pensiamo – spiega il deputato Carlo Sibilia – che sia giunto il momento di chiedere alle persone quale sia il destino che loro immaginano per questa opera. Non è possibile oggi pensare di avere il pacchetto pronto, cioè il Comune espropria, fa progetto e decide cosa si fa là dentro. Non funziona così, bisogna tenere conto di questi esperimenti di urbanistica partecipata e vedere come se la immaginano le persone». Intanto il Comune ha già in mano un progetto che prevede varie cose come una caffetteria, ma anche una vetrina per le eccellenze irpine. «Non c’è alcuna preclusione verso un progetto, ma quello che manca  in tutte le opere pubbliche, sia da completare che inutilizzate, è che non si chiede mai alle persone cosa immaginano di fare – spiega Sibilia.Siamo nel 2017 e questi esperimenti li facevano a Berlino già negli anni Novanta. Oggi siamo arrivati con 30 anni di ritardo, ma finalmente ci siamo arrivati». Le idee dei cittadini potrebbero diventare, poi, una sorta di «vincolo e verranno tenute in grande considerazione dal momento in cui l’anno prossimo avremo un sindaco del M5S».

Sulla Dogana, finora, sono state avanzate varie ipotesi, anche molto diverse tra di loro, ma lo scopo dell’iniziativa del M5S è quello di arrivare a una sintesi. «Non vogliamo creare una discriminazione tra progetti, la nostra idea è arrivare a un’idea condivisa che, chiaramente, escluderà uno o l’altro progetto – dichiara Sibilia – L’importante è farlo scegliere ai cittadini e non ai soliti tecnici o amministrazione che hanno già commesso degli errori in passato sulle opere pubbliche».

L’iniziativa del M5S, tuttavia, rischia di arrivare tardi visto che esiste già un progetto di restauro della Dogana, grazie al quale, nel 2012, è stata ottenuta la dichiarazione di pubblica utilità del bene. «Non penso che la nostra iniziativa vada in conflitto né ci sia un vincolo diretto dell’esproprio con un progetto già assegnato, altrimenti ci sarebbe un’irregolarità in termini – spiega Sibilia – Potrebbe sembrare quasi un interesse utilitaristico: facciamo nostro quel bene così realizziamo quel progetto che già abbiamo scelto. Credo che questa nostra iniziativa sia compatibile con tutte quelle che sono in corso e abbiamo tutto il tempo per fare questo percorso, anche perché credo che sarà la prossima amministrazione a farsi carico di mettere mano alla Dogana». In realtà, nelle intenzioni dell’attuale amministrazione, c’è la volontà di inserire il restauro della Dogana già a inizio anno tra i finanziamenti europei dell’asse 10. «Entro quella data possiamo arrivare con un progetto condiviso. Vogliamo chiudere il tutto entro un paio di mesi e non portarla per le lunghe».

Tra le varie proposte fatte sul futuro della Dogana c’è anche quella di un ridotto del Gesualdo, con il sindaco Foti e l’ex presidente del teatro, Luca Cipriano, che si intestano entrambi la paternità dell’idea. Di recente, sui social network, si è consumato un duro scontro tra Cipriano e Sibilia, con argomento proprio il teatro. «E’ scorretto nei confronti della città presentarsi per ciò che non si è – spiega Sibilia – Fa parte di un sistema e anche queste idee ne fanno parte. A me può stare anche bene questa soluzione del ridotto del Gesualdo, è evidente però, che se oggi il Pd mi fa una proposta su cosa fare della Dogana e soprattutto se la vuole collegare al Teatro mi tremano i polsi, visto quello che è successo al Gesualdo. Lungi da noi voler mettere le pecore in mano ai lupi».