Questo, in sintesi, è quanto emerso dall’ultimo appuntamento in Consiglio, unicamente convocato per risolvere una volte per tutte la questione relativa al recupero dell’antico edificio di piazza Amendola che da anni versa nel degrado e nell’abbandono. E pur spinte da simili e nobili motivazioni, maggioranza e opposizione alla fine non sono state in grado di uscire dall’assise con un documento unitario e condiviso, con i gruppi di minoranza che si sono visti ‘costretti’ ad astenersi dal voto relativo ai punti all’ordine giorno. Oltre 20 interventi dai banchi del Consiglio e due toccanti dichiarazioni d’amore verso la città di Avellino (quelle degli esponenti del Comitato ‘Salviamo la Dogana’ nato dal basso attraverso Facebook, Franco Festa e Andrea Massaro) hanno acceso il dibattito consiliare, connotato anche stavolta da molti spunti di polemica.
Non sono passati gli emendamenti avanzati, a nome della coalizione, da parte di Massimo Preziosi che aveva sottolineato la necessità di ricorrere, prima di procedere all’esproprio, al parere preliminare del Ministero dei Beni Artistici e Culturali e ad una nuova stima economica del bene da parte dell’Agenzia del territorio. Bocciata anche la proposta di impegnativa a ricercare formule di sinergia d’azione con l’amministrazione provinciale.
“La procedura dell’esproprio – hanno motivato il capogruppo del Pd La Verde e l’assessore Biazzo – è l’unica modalità che tutela il Comune e che evita, di fatto, la nascita di contenziosi amministrativi, essendovi dall’altro capo di una ipotetica trattativa non uno ma ben sette aventi diritto alla proprietà del bene o di parti di esso”.
Diverse poi le proposte e le espressioni di volontà dei vari consiglieri in merito alle possibili destinazioni d’uso dell’edificio e della piazza antistante la facciata del complesso storico. “Tutte valide – secondo il sindaco Galasso che ha suggerito di discutere dell’argomento in maniera dettagliata in una nuova seduta monotematica – Il recupero della Dogana – ha continuato – non riguarda un edificio singolo ma un più ampio progetto che include anche piazza Castello e l’area del Seminario, chiudendo idealmente un cerchio nel centro cittadino e restituendo agli avellinesi una parte della città piegata dal sisma dell’80. Siamo partiti dall’assunto di restituire il vecchio cuore pulsane alla cittadinanza – ha quindi concluso – ed individuata la strada non resta che portare al termine questa missione nel più breve tempo possibile”.