“Dobbiamo portare avanti la rivoluzione di De Luca in Campania e noi giovani saremo i protagonisti di una nuova stagione politica”. Parola a Iovino

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Alfredo Picariello – Definirlo “figlio d’arte” sarebbe riduttivo. Perché Umberto Iovino, pur seguendo le orme paterne, sta portando alla politica irpina e campana quello scatto in più necessario. Giovane ma con le idee ben chiare, una bella ventata di aria fresca che, si spera, possa durare.

Che cosa si prova ad essere il più giovane dei coordinatori campani dei comitati di De Luca?

E’ un onore ed una grande responsabilità nello stesso tempo. Penso che nella vita ci troviamo di fronte ad una scelta ogni giorno: accettare le cose per come stanno o lavorare per cambiarle. In questo caso dico che il lavoro sarà quello di continuare a cambiarle, perché la Campania di oggi è diversa da quella ereditata nel 2015. Nei primi cinque anni è stata avviata una fase di risanamento di settori strategici della regione: penso alla Sanità e ai Trasporti. Ora dovrà continuare questo grande progetto e credo che i giovani saranno protagonisti della nuova stagione che si aprirà dopo il 20 e il 21 settembre.

I giovani sembrano fuggire dalla politica. Cosa vorrebbe dire loro?

E’ una storia antica quella del rapporto tra i giovani e la politica. Quello che Calamandrei chiamava l’indifferentismo. E quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che proprio Calamandrei in un suo discorso del 1955 aveva raccontato per far comprendere la necessità dell’impegno: quella di due emigranti, due contadini che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: – Ma siamo in pericolo?- E questo dice- Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda -. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice – Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda -. Quello dice – Che me n’importa? Unn’è mica mio!- E’così bello, è così comodo, è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi di politica! E la politica non è una piacevole cosa: Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che abbiamo vissuto un po’ con il Covid. Noi giovani non dobbiamo essere come il contadino che non si interessava della barca che rischiava di affondare. Dobbiamo farci carico della rotta e del futuro della nave.

Perché De Luca?

Premetto che faccio parte di quanti credevano nella strategia vincente del Governatore da prima del Covid. Basti pensare alla Sanità. Sono stati ripianati debiti per nove miliardi e sui Lea, i livelli essenziali di assistenza,  si è lavorato alacremente per arrivare a 230 (il tetto massimo) e siamo balzati in pochi anni oltre i 170. Sapete che prima del 2015 la Campania era inchiodata  a 106. Senza dimenticare  un  miliardo di euro per i nostri ospedali. Oggi la Campania è famosa per il modello di buona sanità offerto nella gestione dell’emergenza Covid, e una sanità di eccellenza. In cinque anni sono state date risposte concrete sul piano dei trasporti. Oggi la Campania ha un parco veicoli che solo qualche anno fa era una chimera. Più corse, più turn over e soprattutto il trasporto gratis per gli studenti. La scuole viveva un gap spaventoso. Pensate allo sblocco delle borse di studio che hanno garantito l’accesso a strumenti e migliorato il diritto alla studio di tanti giovani campani. Penso alla grande risposta data al fenomeno dell’emigrazione dei giovani. Il piano di assunzioni che interesserà diecimila giovani, premiando il merito e facendo modo che non solo la Campania disperdesse delle professionalità e dei giovani validi, ma anche un turn over sempre più necessario nella pubblica amministrazione. A chi metteva in dubbio questo grande Piano, continuando a dire fandonie ancora una volta rispondono i fatti. A breve saranno firmati i primi 2500 contratti. Visto che il nostro territorio è prevalentemente montano, sono state date risposte sul fronte del dissesto idrogeologico.

Su cosa dovrà puntare il prossimo governo regionale per rilanciare l’Irpinia?

Tanto è stato già fatto. Non dimentichiamo gli interventi che hanno sbloccato infrastrutture strategiche per lo sviluppo della nostra provincia. La vera scommessa è quella di puntare sulla riqualificazione di settori strategici come l’ambiente. Il mercato globale guarda alla Green Economy e per l’Irpinia può essere questa la vera occasione per completare il piano per fermare l’emigrazione. Come si può fare? Creando quelle condizioni affinché ci sia un’agricoltura di qualità che è sul mercato il vero obiettivo e abbinarlo al turismo e ai percorsi enogastronomici di eccellenza in tutto il territorio irpino. Questo può creare occupazione e sviluppo. Il percorso avviato per il  Consorzio Forestale in Irpinia può essere un modello da applicare a tutto il territorio provinciale. 

I prossimi appuntamenti elettorali in programma?

Questa è una campagna elettorale particolare proprio  per il contesto in cui ci troviamo, la stiamo conducendo in modo sobrio e nel rispetto delle norme Covid. Siamo giovani e metteremo in campo iniziative che arrivino a tutti tramite il mezzo che le nostre generazioni prediligono, il web.