La disabile disabilitata: Paola la volenterosa contro gli svogliati dirigenti comunali

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“Avevo promesso di tenervi aggiornati riguardo gli sviluppi della mia vicenda lavorativa ed è quello che farò, è arrivato il momento di fare chiarezza”. Comincia così, in un post su Facebook, lo sfogo di Paola De Angelis, la dipendente in carrozzina del Comune di Avellino, costretta a passare il proprio tempo a non fare nulla a causa della sua condizione.

Il caso de “L’abile disabile disabilitato” era finito alla ribalta delle cronache grazie alla denuncia della “iena” Matteo Viviani che aveva evidenziato come Paola non fosse stata messa in condizione di lavorare da ben sei anni.

Assunta come funzionaria di categoria D, la dipendente comunale non aveva mai ricevuto incarichi per quella qualifica e, data la sua disabilità, era stata relegata in un ufficio isolato al piano terra.

Dopo il servizio de “Le Iene”, l’amministrazione comunale si era affrettata a correre ai ripari, prima con un’ammissione di colpa da parte del segretario generale, Riccardo Feola, e successivamente con una conferenza stampa in cui erano venute fuori diverse proposte di impiego per Paola; il tutto con la garanzia dell’assessore al Personale, Anna Carbone.

“Mercoledì 22 ottobre – rivela ora Paola – è stata indetta una conferenza stampa dal Comune di Avellino in cui l’ente dichiarava pubblicamente di aver risolto la mia situazione… beh, diciamo pure che le cose non stanno esattamente così. La mattina dello stesso giorno, prima della conferenza stampa, avevo avuto un incontro nell’ufficio del segretario generale alla presenza della dottoressa Carbone, assessore al personale […] alla fine avevamo concordato che sarei rimasta al settore politiche sociali e successivamente mi sarei rapportata con l’assessore di riferimento per discutere dei progetti che intendeva sottopormi. Questo incontro in realtà non ha avuto luogo”.

Il segretario Feola, che davanti alle telecamere si era mosso quasi alle lacrime, aveva ammesso alle Iene che gli scrupoli da parte degli alti dirigenti comunali, in merito al caso specifico, erano “stati carenti, abbiamo avuto un atteggiamento sbagliato, ma il problema lo risolviamo”. Mentre la Carbone si arrischiava a dire che “il caso De Angelis non è stato risolto grazie a Le Iene perché qualcosa già si stava muovendo prima del servizio e dopo il passaggio della dipendente dal Patrimonio ai Servizi Sociali, è stato dato vita al punto d’ascolto”.

Invece, a poco più di un mese di distanza da quelle promesse, Paola De Angelis è costretta ancora una volta ad affidare il proprio disagio a canali non ufficiali, scrivendo che: “Giovedì 23 ottobre mi viene notificato a mezzo protocollo un ordine di servizio a firma della mia dirigente. Un ordine di servizio a mio parere palesemente improvvisato. Per correttezza non entrerò pubblicamente in dettaglio, vi dico solo in tutta onestà che almeno per il momento sono passata dal non fare niente a fare delle cose perfettamente inutili”.

In pratica, alla condizione di disagio da cui era partita la segnalazione della dipendente comunale, ora si aggiunge anche la sensazione di essere stata beffata. E forse che, negli uffici amministrativi del capoluogo, a perdere tempo non sia tanto la volenterosa Paola.