Diplomi falsi, non solo Irpinia: 33 insegnanti sospesi e indagati in Calabria

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Pasquale Manganiello – Dopo il servizio di Striscia la Notizia, da giorni tiene banco nella cronaca irpina la questione dei titoli falsi emersi nel video con Luca Abete. I carabinieri di Avellino sono già arrivati negli uffici del sindacato Cisl IrpiniaSannio per far luce sullo scandalo del presunto mercato di diplomi falsi, per l’accesso al concorso per personale Ata della scuola.

E’ di stamane, intanto, la notizia di trentatré insegnanti calabresi, 26 donne e 7 uomini, destinate alle scuole di sostegno, che da mercoledì sono stati sospesi dal servizio e indagati dalla procura di Cosenza per falso in atto pubblico.

Le Forze dell’Ordine hanno spulciato una miriade di documenti e, incrociando i dati, hanno accertato che non c’era traccia del loro passaggio dagli istituti magistrali di provenienza, come falsamente attestato.

Con questo sistema, gli pseudo-docenti sono riusciti ad essere impiegati presso istituti scolastici in tutta la Penisola. I falsi attestati di abilitazione all’insegnamento presentati dagli indagati in diversi istituti sparsi sul territorio nazionale hanno permesso loro di entrare a far parte delle graduatorie per l’ammissione in ruolo nelle scuole primarie e in quelle dell’infanzia. Addirittura molti di loro sarebbero riusciti, con questo stratagemma, a restare in Calabria a discapito di altri loro colleghi, con regolare documentazione i quali, per lavorare, hanno dovuto emigrare.

L’indagine è partita nel 2016 e si sta provando a far luce sui responsabili di queste anomalie con un’ipotesi legata ad un’organizzazione che clona le certificazioni. L’inchiesta potrebbe allargarsi a macchia d’olio nelle altre regioni.