Dopo l’annuncio delle sue dimissioni dall’Udc, Erminia Mazzoni spiega i motivi della sua decisione e disapprova pubblicamente la scelta del partito di mantenere un’autonomia dai due schieramenti, scelta che potrebbe trasformarsi in opportunismo. Non manca poi una analisi relativa all’incertezza creata nell’opinione pubblica.
“Lo scetticismo – ha continuato – indebolisce la mia funzione di vettore di idee, di guida dei difficili processi della politica, di sostegno alle legittime esitazioni della classe dirigente locale. Il quadro politico nazionale, con le sue tante ombre, non aiuta a operare scelte responsabili e la inevitabile incoscienza alla quale dovrei ancorare le mie decisioni confligge con i miei principi. La decisione di sostenere o meno le amministrazioni locali, a prevalente guida di sinistra, ha natura politica e, dunque, deve essere sostenuta da motivazioni capaci di superare le contingenze e di immaginare un progetto per il futuro. Sulla base di queste riflessioni ho maturato la convinzione che sia giusto lasciare ai dirigenti locali la libertà di determinarsi prescindendo da me che, probabilmente condizionata da 15 anni di storia personale, conservo una posizione di pregiudizio nei confronti di tutto quanto non sia immediatamente e incontestabilmente ispirato al rispetto della democrazia e della trasparenza”.