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Diesel a picco, allarme Fca. De Palma chiama il Governo: “Serve un piano”

Marco Grasso – “Siamo pronti a fare fronte comune. L’assemblea di oggi ha confermato l’attenzione dei lavoratori, la volontà di condividere un percorso complicato, ma fondamentale per il rilancio di Fca”. Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Michele De Palma, rimarca il dato della partecipazione in una realtà, come quella Fca, in cui la Fiom vive da tempo una situazione di sostanziale isolamento.

“Credo ci siano le condizioni per riprendere un percorso condiviso. Come Fiom – precisa il segretario provinciale Sergio Scarpa – siamo disponibili al confronto. La situazione attuale non giova a nessuno, meno che mai ai lavoratori”.

Il futuro di Fca passa per i motori ibridi o elettrici. Il diesel, come ribadito più volte da Marchionne, è destinato ad una progressiva riduzione, fino al definitivo addio fissato, dallo stesso manager, per il 2021.

Gli ultimi dati sull’auto registrano un calo di vendita del diesel pari al 17% in Italia e 6% in Europa e un incremento del 25% dell’ibrido. “Vogliamo chiarezza sulle scelte future e i tavoli di discussione dove confrontarci con l’azienda”, rilancia De Palma. “Se non si stabilisce ora quale sia il futuro dello stabilimento, c’è il rischio di trovarsi con l’unica soluzione degli ammortizzatori sociali. Un’eventuale riconversione dello stabilimento non può tradursi in tagli ed esuberi”.

De Palma si rivolge direttamente al ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. “Non vogliamo trovarci nella condizione di dover rincorrere i ministri per gli ammortizzatori sociali, noi vogliamo affrontare il futuro della produzione del nostro paese per capire quali saranno i livelli occupazionali”.

Massima attenzione anche alla vertenza Industria Italiana Autobus. L’ultimo vertice al Mise ha indicato un percorso alternativo che sembra ridimensionare il ruolo e il peso specifico di Stefano Del Rosso a favore di una riorganizzazione societaria che apre le porte ad un fondo pubblico, ma anche ad un nuovo investitore privato.

“In un primo momento si era parlato di una ricapitalizzazione su base pubblica – precisa il segretario nazionale della Fiom – poi ci siamo trovati di fronte ad un nuovo potenziale investitore privato. Vogliamo chiarezza, senza dimenticare che i lavoratori vivono ormai da sette anni di ammortizzatori sociali. E’ una situazione non più sostenibile. I pullman continuano ad essere prodotti altrove, questo è l’unico dato certo”.

 

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