Il segretario provinciale di Avellino del Pd, Giuseppe Di Guglielmo, scrive una lettera aperta ai tre dimissionari.
“Carissimi,
i percorsi politici portano spesso a discussioni, ad un confronto schietto, serio e profondo. La politica per come la intendo e la vivo è sempre stata la messa in pratica di un processo collettivo di coinvolgimento e di crescita. Non mi hanno mai appassionato le divisioni che si consumano sui noi e sui progetti individuali. Accolgo con rammarico e dispiacere la vostra lettera di dimissioni. Con dispiacere per i modi perché prima che sulla stampa chi ama un partito, una comunità, discute e si confronta nei luoghi preposti. Con rammarico perché con questo gesto avete dimostrato di voler vanificare un lavoro di rinnovamento e di approfondimento politico che il Pd sta portando avanti, con fatica, in questi mesi. Quando abbiamo iniziato l’esperienza della segreteria ho scelto di condividere con voi questo percorso. Ho scelto voi per le vostre competenze e perché convinto che il vostro impegno potesse rivelarsi utile alla comunità democratica irpina. Pur restando fermamente convinto del valore personale di ognuno di voi devo constatare che invece la vostra partecipazione alla segreteria provinciale era incentrata su altri obiettivi. Troppo spesso questa segreteria ha vissuto di vuoti e di assenze programmate che oggi si potrebbero leggere in un quadro strategico di parte. In molti passaggi la vostra assenza si è fatta sentire e ogni volta che sono stati messi al centro i temi, i contenuti e le idee, sono mancati l’impegno e la forza per affrontarli. Sentire poi che sarei attaccato alla poltrona rende questa situazione ancora più surreale. A quale poltrona sarei incollato, vorrei ricordarvi che qui a via Tagliamento una poltrona neanche ci sta, al massimo troviamo uno sgabello. Perché fare il segretario provinciale significa assumersi responsabilità enormi, impegnare il proprio tempo, sacrificare la propria vita privata e farlo in maniera gratuita. Se lo faccio è solo per la passione che ho dentro e perché sono convinto che il Pd debba essere diverso rispetto al passato. Non sono candidato ad alcuna poltrona, non ho mai avuto un piano e un’ambizione personale e nella mia azione non perseguo nessun obiettivo se non quello di riportare il Partito democratico ad essere un soggetto politico credibile e vivo”.
“Per questo vi dico, con l’animo sereno che questo partito resta e resterà aperto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per un progetto collettivo in un percorso inclusivo e plurale. Con la stessa serenità vi dico che invece non troverà spazio e si sentirà fuori luogo chi rincorre le effimere ambizioni di un singolo e del suo gruppo. La poltrona l’ho riconsegnata il giorno che ho scelto di fare il segretario provinciale perché ho deciso di mettermi in cammino insieme con una comunità che per troppi anni è rimasta impantanata nei giochi dei veti e delle divisioni interne. Non mi sono più seduto e non lo farò fino a quando il Pd, anche in Irpinia, non sarà tornato ad essere un soggetto vincente e uno strumento concreto per migliorare la vita delle nostre comunità”.