Il gruppo, guidato da imprenditori avellinesi, ha realizzato a Codroipo, in provincia di Udine, un biodigestore anaerobico, capace di servire un bacino di utenza di oltre duecentomila abitanti e soprattutto tra i più innovativi nel Paese per la capacità di non impattare sulla natura.
“Grazie ad un modello di impresa che guarda al futuro – spiega al Mattino Alessandro Strizzolo, direttore dell’impianto friulano – e con un investimento privato che si aggira intorno ai quindici milioni di euro, realizzato mediante un project financing, in soli venti mesi, siamo riusciti a rendere funzionante una tecnologia realmente all’avanguardia e certamente considerabile tra le eccellenze nazionali del settore. Senza bruciare nulla, ma con l’aiuto di particolari batteri, dunque, riusciamo ad accelerare un processo che non ha niente a che vedere con quelli di vecchia generazione, ma è capace di produrre energia elettrica per oltre cinquemila famiglie e compost di qualità, fortemente stabilizzato che può essere utilizzato come ammendante. Il ciclo è quasi interamente chiuso. Escono soltanto la frazione impura del rifiuto e una minima parte del percolato che viene riutilizzato per la degradazione e la biogassificazione dei rifiuti. Da quando ha iniziato a lavorare la macchina, siamo riusciti a rendere più basse le tariffe in oltre cento Comuni, senza deturpare l’ambiente ma soprattutto senza lasciare alcun cattivo odore, in quanto la lavorazione è concentrata in locali chiusi e decompressi”.
L’impianto, nelle situazioni di emergenza, inoltre, riesce ad assorbire anche rifiuti provenienti dal Mezzogiorno e dalla stessa Campania. Se in tale regione si continua a essere scettici rispetto ad un processo sempre più apprezzato pure dagli ambientalisti, al Nord il ciclo diventa, in alcuni casi, addirittura una fonte di guadagno.
“Anche se Legambiente Campania –sostiene l’ingegnere – sponsorizza impianti industriali capaci di chiudere l’intero ciclo, in Campania si oppone resistenza verso investimenti ben diversi dalle vecchie discariche. Basti pensare a Giugliano, dove a causa di un infinito scaricabarile tra istituzioni, siamo costretti a pagare delle sanzioni, che ci sono state inflitte dalla Corte di giustizia dell’Unione europea, nonostante siamo vincitori di una regolare gara di appalto. Ci troviamo, quindi, al cospetto di un vero e proprio paradosso meridionale”.
“Spero che la visita di Vincenzo Boccia possa avviare un importante momento di riflessione. Mi sembra assurdo che gli enti preposti continuano a buttare soldi di trasporto senza programmare nulla per abbattere i costi di un servizio molto oneroso senza permettere agli utenti di risparmiare in un periodo di profonda austerità. Spero che comunità, ricche di intelligenze, come quelle dell’entroterra appenninico, non si facciano trascinare da coloro che dicono sempre no, ma al contrario prendano spunto dal buon made in Irpinia, come nel caso di De Vizia transfer Spa, oggi modello per l’intero Paese e non nemico da abbattere. In un contesto diverso da quello di Avellino, sono gli stessi amanti della natura a incitarci a non mollare. Rispetto ad argomenti così delicati, è fondamentale la diffusione di una corretta informazione, così come credo sia importante evitare strumentalizzazioni da parte di una classe dirigente che a volte pur di prendere qualche consenso rischia di bloccare lo sviluppo”.