AVELLINO- La svolta nelle indagini coordinata dalla Procura di Avellino ed eseguita dalla Squadra Mobile di Avellino e dal Nic della Polizia Penitenziaria per identificare i responsabili della brutale aggressione avvenuta la sera del 22 ottobre scorso nel carcere di Bellizzi Irpino , un vero e proprio raid punitivo nei confronti di un detenuto venticinquenne nella Sezione “comuni” ridotto in gravi condizioni e tuttora ricoverato al Moscati. Il brutale pestaggio avvenuto nella notte del 22 ottobre scorso, quando un gruppo di detenuti si è introdotto all’interno della Sezione Comuni al primo piano nell’area destra del carcere di Bellizzi Irpino e oltre ad opporre resistenza agli agenti della Polizia Penitenziaria ha raggiunto la cella numero 8 dove si trovava un detenuto ventenne napoletano, Paolo Piccolo, aggredendolo brutalmente e provocandogli lesioni per cui e’ ancora ricoverato in prognosi riservata al Moscati di Avellino. Le indagini condotte dal personale della Polizia Penitenziaria sin dall’immediatezza dei fatti, hanno portato anche alle prime iscrizioni nel registro degli indagati. Undici detenuti per cui il pm che coordina gli accertamenti, il sostituto procuratore Luigi Iglio, aveva firmato un’ informazione di garanzia e una notifica del sequestro e del deposito degli atti relativi allo stesso. In buona sostanza si tratta di materiale rinvenuto nel corso delle perquisizioni eseguite poche ore dopo il raid e consistente in scarpe, tute, scaldacollo che potrebbero presentare tracce utili, ed essere dunque oggetto di appositi rilievi del Dna dello stesso soggetto aggredito per identificare i detenuti che si sono resi autori del raid. Un accertamento tecnico che già si sarebbe riservato la Procura. Le ipotesi di reato provvisoriamente contestate a tutti (ma non è escluso che il numero degli indagati possa diminuire nel caso si accettasse l’estraneità di alcuni dei soggetti per ora indagati) a vario titolo e’ quella di tentato omicidio e di resistenza a pubblico ufficiale, ovvero gli agenti della Polizia Penitenziaria “bloccati” per consentire che venisse posta in essere la brutale aggressione. Una vicenda inquietante, quella avvenuta nel penitenziario avellinese, su cui l’ Ufficio inquirente guidato da Domenico Airoma e la Sezione specifica che si occupa dei reati e della “criminalità intramuraria” ha lavorato per dare una risposta dal punto di vista investigativo, anche per collocare il contesto e gli episodi collegati alla brutale aggressione avvenuta dietro le sbarre.
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