Desecretati gli archivi dell’Antimafia, si comincia con gli audio di Paolo Borsellino

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Migliaia di documenti  sono stati riordinati per la prima volta in un unico sito, materiali e atti dal 1963 al 2001 desecretati che da oggi sono accessibili a tutti.

La commissione Antimafia ha deciso all’unanimità di desecretare atti e riordinare documenti dei lavori della stessa Commissione. Il presidente Nicola Morra ha illustrato nel corso di una conferenza stampa il nuovo sito istituzionale della commissione che, anche grazie a un motore di ricerca, permetterà a chiunque di consultare i documenti.

“Desidero sottolineare la gravità dei problemi che dobbiamo continuare ad affrontare… Di pomeriggio, è disponibile solo una macchina blindata. Pertanto io, sistematicamente, il pomeriggio mi reco in ufficio con la mia automobile e ritorno a casa alle 21 o alle 22. Con ciò riacquisto la mia libertà, però non capisco che senso abbia farmi perdere la libertà la mattina per essere poi libero di essere ucciso la sera”. A domandarselo è proprio il magistrato Paolo Borsellino davanti alla Commissione antimafia di allora.

Il magistrato lamenta di avere la scorta solo la mattina, per mancanza di autisti giudiziari; lamenta anche la mancanza di segretari e dattilografi: “Ne abbiamo bisogno per tutto l’arco della giornata”, spiega.

Dopo che palazzo San Macuto ha deciso di declassificare tutti gli atti secretati dalle inchieste parlamentari dal 1962 al 2001, il fratello del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992, Salvatore Borsellino ha inviato una lettera al presidente della Commissione “E’ necessario – dice – che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno Stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verita’ e la Giustizia”.