I deputati irpini facciano presto, perché ad oggi delle loro impronte neanche una macchia. A dire il vero su 630 deputati, soltanto in quaranta hanno già assolto alla richiesta del presidente Fini. Ma c’è tempo per altre tre settimane. Dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 20, fino al 6 marzo. Perché dal 9 marzo, andrà in funzione il nuovo meccanismo di voto alla Camera dei Deputati per evitare il malcostume dei pianisti. Se non conoscono la strada la indichiamo noi: alle spalle della Sala dei busti, è stato allestito l’«ufficio matricola» di Montecitorio, 4 box che sembrano loculi per garantire la riservatezza, 17 tra impiegati e funzionari. L’onorevole arriva, consegna la vecchia tessera di voto e gliene danno due nuove (una da portare in tasca, l’altra da affidare ai commessi d’aula che la terranno come riserva se l’originale è stato dimenticato a casa o in ufficio), firma un paio di liberatorie. Poi va nel loculo, posa la mano sinistra su di un piccolo leggio elettronico che gli registra i polpastrelli dell’indice e del medio, quindi poggia la destra e quello registra il polpastrello del solo indice. In poche parole in aula ogni terminale di voto riconoscerà le “minuzie” di ogni singolo deputato. Se non corrispondono a quelle registrate nella tessera del deputato, il pianista verrà smascherato immediatamente. La postazione sara’ abilitata al voto solo dopo l’inserimento della tessera contenente i dati delle impronte e potrà essere attivata unicamente dal dito del parlamentare. Il nuovo sistema di voto, mano destra sulla pulsantiera e polpastrello di un dito della sinistra sul lettore ottico. O almeno dovrebbe essere così. Peccato che la rilevazione delle impronte sia su base volontaria. Unico deterrente, la pubblica gogna. Il presidente Fini, al momento dell’approvazione del provvedimento, si è infatti impegnato a “garantire il diritto dei cittadini a conoscere quali, tra i loro rappresentanti, abbiano ritenuto di non avvalersi delle nuove modalità atte ad assicurare la personalità del voto. Mi auguro che non accada. Ne risponderanno alla loro coscienza e agli elettori. E’ una forma di malcostume votare per chi non c’e’ o, come i polipi, per due o tre colleghi. Chi e’ eletto dal popolo – ha sottolineato Fini – ha il dovere di garantire il rispetto di quel mandato. Mi auguro che gli scettici riflettano su questo dovere”. In attesa di vedere i deputati irpini eseguire le preziosi indicazioni, “ci divertiamo” a segnalare le postazioni da loro occupate nella Camera. Per agevolare l’individuazione, il nostro punto di osservazione è dal banco del Presidente Fini. Partiamo da sinistra per convergere subito al centro dove troviamo Arturo Iannaccone (Mpa) seduto al posto 287 spicchio 5, fila 9 poltrona 5. Il deputato irpino guarda dall’alto il conterraneo Francesco Pionati (Adc) seduto al posto 279 una fila giù, poltrona 4. Andando verso destra troviamo Gianfranco Rotondi (Pdl) posto 366, fila 11, poltrona 3, nello spicchio 6, quasi interamente occupato dalla Lega Nord. Marco Pugliese (Pdl) siede al numero 419, nello spicchio 7 fila 10, poltrona 1. Il deputato di Frigento ha “le spalle ben coperte” visto che siedono dietro gli avvocati Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno, poi la “rossa” Michela Vittoria Brambilla. Posto n. 484 per Giulia Cosenza (Pdl) nello spicchio 8, fila 10, poltrona 2, infine Franco De Luca stesse coordinate di fila e poltrona, ma spicchio 9 che coincide con lo scranno 548.
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