GROTTAMINARDA- C’è stata o meno premeditazione? E’ il tema spartiacque sull’omicidio avvenuto nell’autunno scorso davanti a decine di testimoni sul corso principale di Grottaminarda.
Il 18 settembre sarà discussa davanti al Gip del Tribunale di Benevento, Camerlengo, la richiesta dei legali del quarantaquattrenne Angelo Girolamo, autore il 14 ottobre scorso, del delitto di Ivan Kantsedal, di abbreviato presentata dai suoi difensori, gli avvocati Giuseppe Romano e Carmine Monaco. Proprio in attesa di questa decisione, il 14 giugno l’udienza del processo davanti alla Corte di Assise di Benevento slitterà in attesa di questa decisione.
Nella sostanza infatti, con la premeditazione contestata, c’è la concreta possibilità di rischiare anche un ergastolo per il delitto avvenuto platealmente e secondo la ricostruzione investigativa in modo preordinato.
Sicuramente un’aggravante che esclude la possibilità di accedere ad un rito alternativo, ovvero quello dell’abbreviato. La Procura di Benevento, il Pm Flavia Felaco, il magistrato che ha coordinato le indagini dei Carabinieri di Grottaminarda sull’omicidio, aveva chiesto ed ottenuto dal Gip, Maria Di Carlo, che Girolamo venisse giudicato con il rito immediato.
Per questo motivo la decisione del Gip sarà importante anche per la determinazione della pena, che resta unico tema più importante del processo, visto che ormai sul fatto che Girolamo abbia più volte fatto fuoco contro Kantsedal non ci sono dubbi.
Resta da capire se le contestate aggravanti saranno determinanti a definire la scelta del rito. Dalle indagini non è ancora emerso il movente del delitto. Resta la versione raccontata dallo stesso Girolamo nel corso dell’interrogatorio, ovvero che tutto fosse nato da una vecchia lite risalente ad almeno venti anni prima.
La famiglia della vittima, costituenda parte civile, si è affidata all’avvocato Lorenzo Assanti.