Delitto Bembo, la Procura chiede il processo per Iannuzzi e gli Sciarrillo: udienza il 13 dicembre

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MERCOGLIANO- La Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per i tre indagati del delitto del giovane Roberto Bembo, ferito a coltellate al culmine di una lite per uno sguardo di troppo avvenuto all’esterno di un bar di Torrette di Mercogliano e deceduto dopo alcuni giorni di agonia al Moscati. Il sostituto procuratore della Repubblica di Avellino Vincenzo Toscano ha firmato la richiesta nei confronti dei tre indagati, Niko Iannuzzi, Sciarillo Luca e Daniele. Nei loro confronti e contestato l’omicidio aggravato in concorso, quindi un reato che prevede anche la massima pena dell’ergastolo. I tre indagati, difesi dal penalista Gaetano Aufiero dovranno comparire davanti al Gup di Avellino (a meno che non chiedano un rito alternativo anche al processo davanti alla Corte di Assise. Il prossimo 13 dicembre davanti al Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi. Dall’imputazione anche un ulteriore dettaglio. quello relativi ai fendenti inferti al giovane di Mercogliano, almeno secondo quanto contestato dalla Procura e dalle indagini della Squadra Mobile furono sei. La famiglia della vittima e’ difesa dal penalista Gerardo Santamaria.
Qualche giorno fa il Tribunale del Riesame di Napoli aveva accolto l’impugnazione proposta dalla Procura di Avellino contro il provvedimento di attenuazione della misura cautelare nei confronti dei presunti autori del delitto di Roberto Bembo firmata dal Gip del Tribunale di Avellino firmato a fine luglio scorso dal Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone. La Procura aveva proposto ricorso contro gli arresti domiciliari decisi per Niko Iannuzzi, classe 91, autore materiale del ferimento mortale e Sciarillo Luca, classe 94, anche lui concorrente nella lite e nel delitto. Entrambi erano reclusi nel carcere di Bellizzi Irpino dal 3 gennaio. Tutti sono difesi dal penalista Gaetano Aufiero, che aveva chiesto l’inammissibilita’ dell’impugnazione della Procura. Al ricorso firmato dal sostituto procuratore Vincenzo D’Onofrio si erano aggiunte, trasmesse dalla Procura di Avellino al Tribunale della Libertà anche alcune integrazioni proposte dal difensore delle parti civili, i genitori del ragazzo ucciso, il penalista Gerardo Santamaria.