Avellino dal 1806 ai giorni nostri: un lungo ed articolato tragitto storico che sarà vissuto nuovamente in occasione del convegno organizzato dalla Provincia e dal Comune di Avellino per giovedì e venerdì prossimi. L’Irpinia nel decennio francese e Avellino capoluogo di provincia è il cappello sotto al quale interverranno 35 relatori, che illustreranno la storia della città calandola in un contesto moderno dal quale ripartire per realizzare il rilancio del capoluogo e dell’Irpinia. Il senso della importante manifestazione è stato manifestato nel corso della conferenza stampa, che il sindaco Giuseppe Galasso, gli assessori Giuliano Minichiello e Francesco Barra e il vice presidente dell’Amministrazione provinciale Giovanni Colucci hanno tenuto questa mattina nella sala Grasso di Palazzo Caracciolo. L’iniziativa intende proseguire e rafforzare ulteriormente l’impegno assunto dal Comune di Avellino intorno allo sviluppo delle tematiche storiche e culturali di cui l’Irpinia è valida testimonianza. Hanno partecipato il comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario del decennio francese e il centro di ricerca “Guido Dorso”. Giovanni Colucci ha introdotto l’incontro con la stampa, delimitando i confini storici in cui il convegno si muoverà, mentre il sindaco Giuseppe Galasso ha richiamato l’attenzione sulle trasformazioni culturali che la città ha subito negli anni e sul ruolo che il capoluogo ha svolto nel contesto provinciale. Ha sottolineato che le emergenze storiche emerse in questi anni, unite a quelle archeologiche e culturali in generale testimoniano il grande patrimonio di cui la città è ricca ed intorno al quale è opportuno costruire il percorso teso al rilancio ed alla valorizzazione. Il professore Francesco Barra ha illustrato l’aspetto legato all’evento culturale che vede Avellino al centro di una relazione regionale e nazionale che dovrebbe restituire alla città la forza di guida della provincia. Si è soffermato anche sulla importanza della valorizzazione della biblioteca provinciale. Anche il professore Giuliano Minichiello si è soffermato sul ruolo storico assunto dalla città rispetto all’Irpinia ed alla regione ed ha rilanciato l’importanza delle testimonianze storiche presenti sul territorio comunali, che potrebbero rappresentare anche l’opportunità per lo sviluppo delle attività culturali e turistiche. Ha fatto riferimento alle numerose emergenze locali, tra le quali ha citato la tomba a camera di origine macedone presente ad Atripalda, per dimostrare come anche l’archeologia possa rappresentare il filone sul quale investire. Ed ha assunto l’impegno di procedere alla valorizzazione di alcuni autori importanti, come Scandone e Filangieri, che rappresentano un patrimonio da condividere con gli altri settori della cultura.
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