Notizia choc nel casertano. Figli dati in pegno per pagare i debiti. La denuncia arriva dal presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone: “Se ci sono ragazzi in età da lavoro, anche se minori, lo strozzino chiede ai genitori di impiegarli nell’azienda di un prestanome”.
Questo è uno dei tristi modi di estinzione dei prestiti che stanno utilizzando gli usurai a partire dalla quarantena. Denunciato nel casertano, ma è possibile che altri casi si stiano verificando in altre zone del Mezzogiorno.
Per questo motivo, De Simone lancia un appello al Fai di Tano Grasso per instaurare una collaborazione sul territorio, ma anche al legislatore per cambiare la legge sull’accompagnamento alla denuncia della vittima. “La procedura – dice – va semplificata, perché sono ancora poche le persone che vanno a denunciare. Hanno paura e quindi devono essere sostenuti”.
“Ci sono famiglie che mandano i loro figli a lavorare per saldare i debiti”- spiga De Simone – “Gli usurai puntano a diventare immediatamente proprietari dei beni del debitore”.
Per offrire un supporto alle vittime di usura, a Caserta è stato sottoscritto un accordo di collaborazione istituzionale che prevede l’istituzione di canali ad hoc e la costituzione di un pool di investigatori e magistrati che si occuperà delle indagini. E’ stato creato anche un gruppo operativo il cui scopo sarà quello di intercettare le infiltrazioni della criminalità all’interno dell’economia legale, con l’ausilio degli investigatori della guardia di finanza coordinati dai magistrati della sezione “Criminalità economica” della Procura di Santa Maria Capua Vetere.