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De Mita: «Non sono un portalettere, mi adopero per risolvere i problemi»

«Questa campagna elettorale è diversa dalle altre. Le opposizioni, al posto di collaborare, per aiutare il paziente a guarire, pensano ad altro. Le persone, prima ascoltavano i comizi, perché c’era qualcuno che riusciva a suscitare interesse, adesso c’è una grande parte di classe dirigente che non pensa e che utilizza l’insulto, provando a costruire qualcosa, senza riuscirci». Ciriaco De Mita decide di chiudere il tour dello scudocrociato sui territori a Montefalcione, casa di Nicola Mancino, lanciando proprio lì un appello al dialogo per trovare una convergenza.

 

L’ex presidente del Consiglio dei Ministri, non rinuncia neanche a rispondere al governatore uscente, che in mattinata, ha attaccato il leader dello scudocrociato a muso duro. «Caldoro mi ha sempre confermato che è abituato ad obbedire, prima ascoltava Craxi e Berlusconi, adesso, riceve gli ordini da una cricca napoletana. Nonostante, in occasione della scuola di Alti Studi Politici, abbia provato a dialogare con lui per fargli comprendere le difficoltà esistenti in Regione, l’insulto continua a prevalere sul pensiero e dimostra pochezza e miserabilità».

 

Il sindaco di Nusco, inoltre, mette in luce quelle che possono essere le ragioni di chi preferisce restare a casa e non andare alle urne. «L’astensione non significa indifferenza, ma è la denuncia ad una mancata risposta alle condizioni di vita delle persone. Una Regione, così com’è non funziona ed è un peso per la forte burocrazia, infatti, nel rallentamento delle decisioni, il concedente diventa forte mentre il richiedente è più debole». Rispetto a questo argomento, De Mita non rinuncia a scagliare qualche dardo anche nei confronti dei suoi ex alleati centristi. «C’è chi fa la campagna elettorale dando notizia dei provvedimenti. Un consigliere, che si spaccia per rappresentante dei territori, non fa altro che svolgere la funzione di portalettere».

 

Il leader dell’Udc, poi, chiarisce, ancora una volta, le ragioni dell’intesa con il centrosinistra di Vincenzo De Luca. «Un punto di convergenza è stato quello relativo agli enti locali, sempre con meno risorse e sempre più carichi di funzioni. Qualcuno pensa di esercitare il potere per far piegare gli amministratori al proprio volere e non aiutarli a superare gli ostacoli. Io sento, invece, che è necessario far ridiventare la politica un servizio, non gestione ma capacità di dare speranza. Per tale ragione, è importante recuperare il dialogo, una sorta di confronto che infonde fiducia».

 

Maurizio Petracca, candidato al Consiglio regionale della Campania per l’Unione di Centro, rivolgendosi Maria Antonietta Belli, sindaco di Montefalcione, riassume le sensazioni e le emozioni, provate durante la campagna elettorale. «Tanti ci hanno lasciato, ma in questo gruppo sono rimaste le persone migliori, quelle che hanno una motivazione e soprattutto quelle che danno senza ricevere nulla in cambio. Da quest’esperienza, si apre una grande prospettiva. Dopo la campagna elettorale, metteremo una pietra su un progetto ambizioso, mirante a riunire i popolari».

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