Avellino – Francesco Todisco è la variabile di disturbo di questo congresso provinciale, nonché la spina nel fianco del superfavorito (sulla carta, visto gli appoggi dei notabili del Partito: da De Luca, Mancino, Famiglietti, D’Amelio, Foti, De Stefano ndr) Carmine De Blasio. Se infatti il presidente uscente del Partito Democratico è da sempre visto come l’esecutore materiale di figure che arroccate sulla sua persone tessono le trame delle partite da giocare, Todisco rappresenta la voce che esprime sempre una posizione: la sua.
Lo fa quando parla di sinistra: “Il Pd è un partito di sinistra e deve affermarsi come tale – dichiara l’ex vice-segretario – La società ha bisogno di una grande forza contemporanea capace di scegliere quale parte rappresentare, quindi la parte più debole, quella più fragile e siamo convinti che questo non vuole dire escludere il pensiero cattolico democratico e cristiano sociale, ma anzi tale storia è di nutrimento essenziale per una moderna forza di sinistra”.
Sinistra, una parola che risuona come un nemico tra i principali esponenti del partito democratico, che preferiscono riempirsi la bocca di termini come rottamazione, cambiamento, rinnovamento – Famiglietti e D’Amelio docet – ma poi le svuotano del loro significato schierando in prima linea Carmine De Blasio, la cui storia parla da sola. “Coloro che avevano invocato a gran voce la rottamazione e il cambiamento – aggiunge Todisco – poi si schierano con chi invece doveva a loro avviso essere rottamato perché rappresentava il vecchio. Mi incuriosisce vedere come si comporterà chi aveva detto che mai avrebbe votato alla segreteria del partito Lengua, o De Blasio. Insomma mi sembra proprio che il collante che possa tenere insieme cose tanto diverse non sia basato su vedute politiche, ma su altro. D’Amelio e Famiglietti avevano rappresentato l’esigenza di andare al congresso rappresentando la discontinuità e con De Blasio hanno perso un’ occasione”.
Una stoccata Todisco la rivolge anche a Lello De Stefano: “Capisco il sindaco che ha una funzione anche politica, ma fa strano vedere che un presidente di una società per azioni che gestisce un servizio così importante per la provincia di Avellino, si spenda in prima persona per uno dei candidati alla segreteria provinciale. In questo caso buon senso e correttezza politica si perdono in un bicchiere d’acqua”.
L’establishment che sostiene De Blasio entro il 21 ottobre dovrà presentare le liste a sostegno del suo candidato, sarà il primo banco di prova per la coalizione delle larghe intese e su questo Todisco puntualizza: “Io immagino che proprio perché c’è un pullulare di ambizioni e personalismi troveranno difficoltà sin da adesso a compilare le liste e tenersi insieme e, anche caso mai dovessero vincere la partita, sono convinto che all’indomani del congresso, nella gestione del partito avranno grosse difficoltà”.
Dunque l’ex consigliere comunale non intende schierarsi come il nuovo che avanza, raccogliendo il gradimento trasversale di chi resta affascinato da false promesse mai mantenute, non intende ripetere parole già dette, ma fa della coerenza il suo cavallo di battaglia e a De Blasio che parla di cambiamento risponde “Posso solo esprimere dei giudizi su ciò che queste persone interpretano e rappresentano. Noi anni fa, non abbiamo votato la Lengua perché non ci sentivamo in linea con l’area franceschiniana, ma siamo stati nella gestione del partito per dare serenità. In seguito, quando ci siamo resi conto che stavano prevaricando gli interessi personali rispetto ad un disegno complessivo abbiamo preso le distanze. Non mi sembra che la compagine di De Luca abbia saputo imprimere un disegno di rinnovamento in questi anni”. (di Rosa Iandiorio)
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