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Accertato il danno erariale da oltre 12 milioni di euro: guai per l’Alto Calore

Guai per l’Alto Calore Servizi. La Guardia di Finanza di Avellino e la Corte dei Conti di Napoli hanno appurato un danno erariale da oltre dodici milioni di euro al termine di una indagine durata oltre tre anni.

I militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria irpina hanno proceduto alla notifica di sedici “inviti a dedurre”, redatti dal dottor Ferruccio Capalbo, nei confronti di altrettanti soggetti che hanno ricoperto incarichi nell’ambito della Alto Calore Servizi s.p.a., società partecipata dall’amministrazione provinciale di Avellino, e da 125 comuni irpini e beneventani, per i quali gestisce il servizio idrico.

I finanzieri hanno esaminato l’intero importo delle morosità non riscosse dalla società, che al momento dell’avvio delle indagini ammontavano ad oltre 57 milioni di euro, ricostruendone la genesi mediante il riscontro di oltre ottomila tra bollette e solleciti di pagamento, successivamente sottoposti a sequestro, allo scopo di “perimetrare” il danno erariale relativo ai crediti maturati nel periodo 2008-2012.

Le Fiamme Gialle irpine hanno anche evidenziato la mancanza di una strutturata ed efficace attività di riscossione dei crediti e di recupero delle morosità, situazione che ha consentito a numerosi utenti la sistematica evasione dei canoni idrici. Fra le varie anomalie figurano numerosi solleciti di pagamento inviati all’utenza morosa, anche per interrompere la prescrizione dei crediti vantati dalla società, mai recapitati ai destinatari per intervenute variazioni anagrafiche (decesso del titolare della fornitura, variazioni di indirizzo, mutata ragione sociale aziendale) per le quali l’Alto Calore non avendo adeguatamente annotato le ragioni di mancato recapito (indicato sulle pile di buste postali restituite al mittente) non è mai riuscita a notificare la diffida di costituzione in mora, avendo perseverato nell’invio sempre al medesimo indirizzo errato fino a perdere il diritto alla riscossione del relativo credito per intervenuta prescrizione.

L’incapacità ad incassare l’ingente quota di crediti vantati avrebbe anche cagionato un “danno da finanziamento”, scaturito dalla necessità dell’A.c.s. di indebitarsi pesantemente con diversi istituti di credito per far fronte alle esigenze di gestione ordinaria. Le attività di servizio svolte dalla Guardia di Finanza dal 2015 al 2018 hanno consentito di accertare un danno erariale di oltre dodici milioni di euro a carico del direttore generale, di quattro dirigenti, sette componenti del consiglio di amministrazione e quattro componenti del collegio sindacale che si sono succeduti nel periodo 2008-2012.

Nell’ambito del medesimo filone investigativo il Nucleo di Polizia economico-finanziaria del capoluogo aveva già notificato nel maggio 2017 alcuni “inviti a dedurre” relativi al danno erariale scaturente dagli oneri sostenuti per la realizzazione di un lungometraggio cinematografico. Tale attività, oltre ad essere estranea ai compiti affidati al gestore idrico, è risultata essere avvenuta in spregio ai principi di trasparenza e libera concorrenza, senza l’espletamento di alcuna procedura di gara in quanto il direttore generale pro-tempore scelse direttamente la società (riconducibile, fra l’altro ad un ex dipendente aziendale) alla quale commissionare la produzione del film cedendo alla stessa anche i conseguenti diritti di sfruttamento radiotelevisivo.

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