Michele De Leo – “Credo che giusto, dopo un solo mandato da Governatore, che il Presidente Vincenzo De Luca si possa riproporre all’attenzione dell’elettorato”. Le possibilità di rivedere un’intesa tra Cinque Stelle e Partito Democratico in salsa campana sembrano già tramontate. La divergenza netta tra le due maggiori forze di Governo sul nome del leader della coalizione è il segnale di una frattura che non può essere sanata. Se nel Movimento c’è una levata di scudi contro il Governatore uscente, il Partito democratico si schiera compatto intorno al numero uno di palazzo Santa Lucia. Il presidente del consiglio regionale Rosa D’Amelio rivendica la candidatura per l’ex sindaco di Salerno: “Sarebbe auspicabile – evidenzia – un accordo a sostegno di De Luca, ma il lavoro da fare per consolidare il rapporto è soprattutto sul livello nazionale”.
Bisogna già escludere un’intesa per le elezioni regionali della Campania?
Guardi, parliamo di un’elezione alla quale mancano ancora almeno sei mesi, che in politica sono davvero tanti. E, poi, ci sono gli appuntamenti intermedi con il rinnovo dei consigli regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna che potrebbero dire tanto.
Come si spiega questa chiusura netta del Movimento Cinque Stelle nei confronti del Governatore De Luca?
E’ complicato trovare un’intesa, un accordo unitario dopo cinque anni di scontri e di contrapposizione dura. Il presidente, però, può contare sul sostegno di tutte le forze che lo hanno sostenuto nell’elezione vittoriosa del 2015: mi pare che nessuna componente si sia sfilata e tutti sono pronti ad assicurare il proprio contributo.
Neppure il deputato Michele Gubitosa è stato tenero nei confronti del Governatore: il giudizio tracciato – attraverso un’intervista a Il Mattino – è totalmente negativo, in primis sulle azioni poste in essere in materia di sanità. La Giunta ha operato così male?
Stimo Gubitosa e condivido con lui l’impostazione comune sulla legalità, che deve essere il perno dell’azione politica del vero centrosinistra. Per dare un giudizio equilibrato bisogna conoscere il punto di partenza e la Campania, soprattutto in materia di sanità ma non solo, partiva da sottozero. Recuperare i disastri lasciati dal Governo di centrodestra non è stato facile, ma i risultati si vedono: il Governatore si è impegnato per far uscire la sanità dal commissariamento e, limitatamente all’Irpinia, ha messo in campo una decisa azione di rilancio del settore. Chi non è stato in consiglio nei cinque anni precedenti non può tracciare un paragone: c’è ancora tanto da fare, con la certificazione dell’uscita dal commissariamento e la realizzazione di nuovi concorsi per assicurare alle strutture il personale necessario, ma la Campania ha fatto notevoli passi in avanti.
Gubitosa, però, boccia l’Esecutivo De Luca non solo sulla sanità. Che cosa si sente di rispondere?
I dati del Mezzogiorno, in termini di occupazione e spopolamento, sono fortemente negativi: c’è bisogno di politiche nazionali ed europee che mettano al centro il Sud. Una Regione, da sola, può poco in tal senso. In merito alle aree interne, poi, il Censis ha presentato uno studio che evidenzia dati drammatici anche nel Nord per quanto concerne lo spopolamento. A riguardo, la programmazione europea prevede 1miliardo e 800 milioni per ripopolare i borghi delle aree interne. E’ fondamentale investire in infrastrutture materiali e immateriali ma sono convinta che il turismo e l’ambiente non bastano senza un’industria di qualità.
Una dura condanna è arrivata anche dall’ex Governatore Stefano Caldoro, che ha accusato il suo successore di aver portato la Campania ad essere la Regione fanalino di coda dell’intera Europa. Che ne pensa?
La Campania è una Regione che ha contraddizioni pesanti: eccellenze importanti ma anche grandi sacche di povertà. Certo che fa specie che questo giudizio sia espresso da chi ha lasciato i comuni in ginocchio, ha attivato l’accelerazione della spesa solo nelle ultime settimane di mandato e solo per spot elettorale, facendo perdere non poche risorse. Fa il suo gioco visto che è il più accreditato per la leadership della coalizione di centrodestra.
Lei viene da cinque anni di presidenza del Consiglio regionale. E’ già al lavoro per una nuova candidatura? Sarà ancora nella lista del Partito democratico?
Sono una donna di partito e sono abituata a fare ciò che mi viene chiesto dal partito nel quale milito, che è e resta il Partito democratico: sono convinta che Matteo Renzi abbia commesso un errore anche se credo che il Pd debba aprirsi maggiormente, ascoltare i territori e assicurare maggiore importanza ed attenzione ai sindaci. Se il partito dovesse ritenere che io debba dare un contributo sono a disposizione.
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