Avellino scopre un altro campione; Roberto Luongo portiere di hockey è attualmente il migliore al mondo nel suo ruolo. A Vancouver, come in tutto il Canada è considerato una vera e propria stella dell’NHL.
In una intervista rilasciata al gruppo Espresso, parla della propria carriera, delle proprie origini. Di seguito riportato uno stralcio del servizio.
Il padre Antonio è, infatti, emigrato a Montreal da Avellino. Anche i genitori della moglie Gina sono nativi del Meridione. Dell’Italia sa poco, ancora di meno del nostro hockey. L’irpino è capitano, ma non indossa la “C” sulla maglia. L’head coach Alain Vigneault, che durante gli allenamenti è coadiuvato da altri tre tecnici, per premiare la serietà di Roberto ha fatto uno strappo all’articolo 14 comma D del regolamento dell’NHL. Infatti, parla dell’impossibilità di far ricoprire ad un goalie il ruolo di capitano o assistente. Luongo è quindi il settimo portiere -capitano nella storia dell’NHL. Un fatto che non si verificava da ben 61 stagioni. L’ultima volta toccò nel 1947 a Bill Durnan, goalie dei Montreal Canadiens. Non potendo sfoggiare la “C” sulla casacca, “Louie” (gli è stata dedicata una canzone) ha trovato la soluzione di farsela areografare alla maschera all’altezza del mento.
Perchè questa nomina?
“Ho voluto rispettare una scelta dell’allenatore, anche lui sapeva che non potevo farlo. Alla fine non posso solo vestire la “C” e fare gli ingaggi in caso di partite commemorative. Tutto qui. Per me ricoprire questo ruolo è un grande orgoglio. Ci sono tre miei compagni che portano la “A”, mentre chi può colloquiare con i referee è Willie Mitchell”.
Quali sono le sue origini?
“Papà Antonio è di Avellino, mamma Pasqualina è canadese discendente irlandese. Anche mia moglie Gina ha genitori italiani, il padre è di Napoli, la mamma di Palermo – afferma entusiasta Roberto che il 27 marzo scorso è diventato papà di Gabriella Anna -. Prima di trasferirmi vicino a Fort Lauderdale in Florida dove vivo in estate, ho abitato a Montreal nel quartiere Piccola Italia”.
In NHL come fate a sostenere 82 match di regular season ed eventuali playoff e finali?
“Certo, non è facile perchè l’hockey è uno sport fisico, ma posso dire che siamo abituati a farlo sin da giovani. Nelle leghe minori giochiamo spesso. Le trasferte da una parte all’altra del Canada o negli States, giocare anche due sere consecutive, fa parte del nostro mestiere. Noi siamo professionisti dell’hockey e ogni giorno dobbiamo dare il massimo: i fans vogliono questo. Durante le partite è fantastico. Qui in Canada è bello giocare perchè gli stadi sono sempre pieni a differenza degli Stati Uniti. Anche per questo mi trovo bene a Vancouver”.
Il giorno della gara a cosa serve l’allenamento della mattina?
“Quando sei abituato tutto è sopportabile. I trenta – quaranta minuti servono per iniziare ad entrare nel clima del game, – dice Roberto – l’approccio deve essere graduale”.
Lei è il giocatore più forte dei Canucks, quali sono le vostre aspettative?
“Siamo una buona squadra e quindi puntiamo ai playoff. In Nhl non bisogna guardare troppo lontano, la regular season finisce a metà aprile e la condizione varia spesso”.
Cosa pensa di essere il goalie titolare del Team Canada alle Olimpiadi del 2010 nella sua città?
“E’ ancora presto, se me lo chiederanno io sarò pronto”.
Redazione Irpinia
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