“Momento difficile per la Nazione quello che stiamo vivendo, che si inserisce nel più ampio e drammatico contesto planetario”: volge lo sguardo alle leggi anti immigrazione e alla corsa al riamo made in Usa, alla Russia depenalizzatrice del reato di violenza sessuale all’interno della famiglia e, perché no, anche della situazione europea dove la Destra si annuncia aggressiva, l’ex Presidente della Provincia e riferimento assoluto della sinistra irpina -almeno sino a qualche anno fa – Alberta De Simone.
Teatro delle parole il centro sociale di Via Morelli e Silvati “Samantha Della Porta”; ad ascoltare una platea composta – tra gli altri – dall’ex senatore montorese già presidente della Provincia di Salerno Andrea De Simone, dall’ex sindaco di Quindici Santaniello, dall’ex consigliere provinciale Petoria, da Gerardo Adiglietti (tra i fondatori del primo comitato provinciale per il No al Referendum Costituzionale), dall’ex consigliere comunale di Solofra Enzo Clemente (folta la presenza dei solofrani in sala), dall’ex senatore Flammia, da Peppino Di Iorio, da Raffaele Aurisicchio e Roberto Montefusco per Sinistra Italiana e da Carmine Russo, ultimo segretario dei Ds provinciali.
La De Simone torna in auge non più come “calciatrice” bensì in veste di “allenatrice” (metafora utilizzata dalla medesima al cospetto della platea) per promuovere “Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti (DP)” non ancora un partito ma un movimento che ha come perno lavoro e giovani. “Oggi iniziamo una nuova avventura in provincia di Avellino – spiega l’ex sindaco di Atripalda – Noi non andiamo contro qualcuno, la nostra prospettiva è impedire la morte della sinistra che tra Renzi e destre aggressive sta sparendo. La Sinistra deve tornare a fare la sua parte in politica, siamo partiti dal No al Referendum Costituzionale per un rinnovato centrosinistra”.
Come relatore anche Mimmo Sarno, presidente provinciale delle Acli di Avellino, cattolico tra i riformisti, che nota: “Il Pd non è governo di sinistra, stanno nascendo nuovi comitati che hanno capito questa cosa”. Ovviamente non poteva mancare Francesco Todisco, con tanto di circolo Foa a seguito: “La nostra battaglia parte dal Referendum Costituzionale – chiosa il fresco di mancato rinnovo della tessera dem – Alberta si è fatta promotrice di un primo momento di assemblea su quello che vogliamo essere in futuro. Finalmente mi sento sollevato dal peso dell’appartenenza al Partito Democratico. Questa scissione non l’abbiamo voluta noi, siamo stati costretti da Renzi che ci ha negato il contraddittorio. Avrebbe dovuto dimettersi da segretario del Pd, non da Presidente del Consiglio dei Ministri”.