Dal caffè sospeso al biglietto sospeso: la tradizione partenopea contagia anche la cultura

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L’usanza del cosiddetto “caffè sospeso” nasce e prende piede a Napoli, città il cui legame con questa bevanda può essere definito quasi viscerale, e a cui poeti, cantanti e attori hanno dedicato nel tempo musica e parole. Ma oggi supera i confini territoriali andando oltre Napoli e la Campania, e cambiando anche oggetto dell’atto lasciato “sospeso”.

Iniziando a parlare di “caffè sospeso”, con questa ben nota espressione si intende un atto di gentilezza verso un’altra persona, un simbolo di trasmissione di positività e altruismo. Questa usanza ha origini piuttosto antiche, riconducibili al periodo della seconda guerra mondiale. A quei tempi, tra povertà e miseria, si diffuse l’uso di pagare alla cassa di un bar un caffè per sé e un altro da lasciare, appunto, sospeso, ovvero da offrire a chiunque lo chiedesse o per chi non avesse la possibilità di pagarlo. Il barista con una semplice espressione come “Gradisce un caffè signore?” riusciva a comunicare a qualcuno che poteva ricevere un gesto di cortesia da parte di un precedente donatore.

Un vero e proprio simbolo di felicità per chi lo riceveva e un modo per condividere la propria gioia per chi lo offriva. L’idea di donare simbolicamente un caffè all’umanità è stata ripresa di recente e, iniziativa dopo iniziativa, si è diffusa non solo nell’ambito dei caffè italiani.

Come spiegava giustamente Luciano De Crescenzo: “Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…”.

Un caffè offerto per dimostrare al mondo la propria felicità si è trasformato, nella stessa Napoli, nel gesto di lasciare un “biglietto sospeso” per far in modo che uno sconosciuto possa accedere gratuitamente a un museo.

E’ quanto successo al Museo Madre (Museo di Arte Contemporanea Donnaregina) di Napoli, la cui iniziativa (dal 24 marzo al 31 dicembre 2016) dimostra ancora una volta il valore della generosità partenopea. Dunque da un piacere del palato offerto in dono, a un altro tipo di piacere, regalare l’accesso alla cultura. Ma non solo.

Se i primi “sospesi” sono giunti dal Sud Italia, la pratica sta diventando un trend solidale. A Milano, lo storico “Cinema Centrale” ha lanciato la campagna “Lascia un biglietto”. Come per il caffè, chi lo desidera può offrire un ingresso gratis a uno sconosciuto. Anche prenotandolo online, ed è con questo sistema che sono giunte anche offerte da fuori città.

All’ingresso del cinema è stata sistemata una teca dove chi decide di donare un biglietto “sospeso” potrà inserire la ricevuta del ticket pagato. Chi usufruirà del biglietto avrà la possibilità di lasciare un ringraziamento anonimo sulla card predisposta dal cinema a chi ha donato il biglietto che riceverà (se lascerà i suoi dati all’atto dell’acquisto del biglietto sospeso) il commento anonimo via sms o via mail con il messaggio e l’indicazione di quando è stato utilizzato e con quale film.

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