D’Agostino: “Sbagliato escludere la Campania dalle compensazioni”

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La notizia dell’arrivo di 20 o 30 mld per saldare i debiti della P.A. nei confronti delle imprese attraverso le misure dettate in quattro decreti che stanno per essere varati dal Governo aveva inizialmente riacceso la speranza per le tante aziende in ginocchio. Tali decreti vanno incontro alle imprese che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione attraverso certificazioni, compensazioni e la creazione di un fondo di garanzia. Angelo D’Agostino, presidente ANCE Avellino, si unisce al monito già lanciato dal Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro “L’esclusione dai benefici varati dai decreti delle Regioni commissariate e sottoposte a piano di rientro dal debito della sanità viene avvertita dalle imprese come un’ingiustizia insostenibile per un territorio messo letteralmente in ginocchio da una crisi economica globale che ha visto solo nella nostra provincia un calo degli operai iscritti in Cassa Edile nell’ultimo anno del -59%. Dopo il D-DAY organizzato dalle imprese del sistema ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), siamo pronti ad intraprendere una nuova battaglia a livello regionale per evitare che l’indiscriminata estromissione della Campania dal “pacchetto salva imprese ” possa mietere ancora vittime. L’esclusione, come ha già sostenuto il Presidente Caldoro, va a penalizzare proprio la Campania, una Regione che in quanto sottoposta al Piano di rientro si trova già in grande difficoltà economica e che sta lottando e risparmiando per risanare le proprie finanze. E’ importante ricordare anche che la Campania risulta essere tra le regioni italiane per le quali il ritardo nei pagamenti risale ad oltre due anni, mentre in altre regioni del Centro Nord i ritardi sono considerevoli, ma sicuramente più brevi. Con questa ingiustificata esclusione si andrebbe a colpire un’area, quella del Mezzogiorno, che storicamente combatte per arginare il divario con le aree del centro Nord del paese”. Se le imprese non dovessero immediatamente riacquistare le liquidità che gli spettano potrebbe verificarsi un vero e proprio collasso del comparto, con la conseguente ulteriore e drammatica perdita di posti di lavoro, con il conseguente incremento di disagio sociale e la totale impossibilità di riemergere da questa critica congiuntura economica. A questo punto, ove dovesse fallire la pressione esercitata sul Governo, auspichiamo che, per protesta, gli Organi istituzionali della Campania, a tutti i livelli, rimettano il loro mandato o provocatoriamente, sforino il patto di stabilità e diano corso ai pagamenti.

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