Il breve intermezzo democratico ha condizionato in qualche modo la sua decisione?
L’impegno nel Pd è durato una stagione. Il tempo di inaugurare e chiudere la campagna elettorale. Con la fine della primavera è finito anche l’idillio e ci siamo persi di vista.
Rimpianti?
Nessuno. Il Pd è troppo concentrato a gestire il potere. Ato, Alto Calore, enti istituzionali, città capoluogo. Amministrano tutto tranne il territorio provinciale, la risorsa più grande. Il loro raggio d’azione si ferma a Grottaminarda. Io provengo dalla Baronia…
Ha mai sollevato la questione?
Come molti altri non ho voce in capitolo. Continuano ad operare in maniera indisturbata, facendo orecchie da mercante.
Si riferisce anche a Rifondazione?
Ho molto rispetto per il Prc. È un partito con tante idee (vedi il caso rifiuti. Rifondazione parlava di risorsa e non di problema prima di molti altri) ma continua a discutere in maniera teorica. Purtroppo le divisioni che lacerano il partito a livello nazionale si ripercuotono anche in Irpinia.
Cosa l’ha spinta ad aderire all’Italia dei Valori?
È un movimento che ha carattere, molto legato al territorio e alle sue potenzialità. Ha saputo trasformare dei principi generali in realtà, concentrandosi sulle eccellenze, sulla vocazione territoriale, sulla cultura e sulla storia di questa provincia. Non essendo un partito di potere e di apparati, pensa solo ad amministrare.
In Irpinia, probabilmente, la strada è ancora in salita. Cosa si aspetta?
È una forza in crescita. Intorno c’è molta attenzione e non manca l’impegno di tante persone di buona volontà. Da parte mia c’è la ferma intenzione di lavorare -con umiltà e con il contributo di quanti hanno creduto prima di me in questo progetto- per il bene di una provincia che merita di più. (mari.mo)