Da Avellino a S. Giuseppe Vesuviano in bici nel ’95: nuova “missione” per un prof 75enne

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Il professor Sergio Simeone, nel 1995, nominato commissario d’esami a S. Giuseppe Vesuviano, il 4 luglio vi si recò in bicicletta partendo da Avellino per protestare contro la discriminazione che il Ministero della Pubblica Istruzione faceva tra nominati dal Provveditorato e i nominati dal Ministero. In quella occasione riuscì a far modificare l’ordinanza. Ora c’è una nuova “missione” in ballo:

“So perfettamente che questa volta la posta è molto, molto più alta – dichiara – nel duplice significato di più nobile e più difficile. Ma di fronte alla deriva verso la barbarie, di cui i nostri politici sembrano non rendersi conto , tutti concentrati guicciardinamente sul loro “particulare” non riesco a rimanere fermo.”

Il prof. Sergio Simeone, risulta fortemente turbato dal fatto che circa un milione di giovanissimi subisca una intollerabile ingiustizia, quella di vedersi negare la cittadinanza italiana e con essa il diritto ad avere una vita “normale”, come gli altri coetanei:

“Sono profondamente indignato per il comportamento cinico di alcuni partiti che sulla pelle di questi ragazzi conducono sporchi giochi avendo in vista solo il loro miserabile tornaconto elettorale; ho deciso di recarmi a Roma venerdì 3 novembre  per esprimere ai senatori della Repubblica tutta la sofferenza di un ex insegnante che per una vita intera (ho 75 anni) ha visto crescere generazioni di studenti, sempre attento ad educare alla solidarietà ed al rifiuto di qualsiasi discriminazione e che ora vede dei giovani crudelmente emarginati ed impediti ad integrarsi pienamente nella società in cui vivono.

Ha deciso di andarci a piedi, perché, a fronte  della grande campagna di disinformazione in atto che viene veicolata attraverso tutti i media, soprattutto i più moderni e sofisticati, vuole far conoscere personalmente il testo della legge proposta e già approvata dai deputati,  denominata ius soli, a tutti quelli che incontrerà lungo il cammino ed invitare gli italiani a non rimanere inerti come lo furono 80 anni fa, quando con le leggi razziali, lo Stato fascista dichiarò che gli ebrei non erano mai stati italiani.

Ha deciso di farlo percorrendo in 15 tappe la via Appia, la regina delle vie, che arrivando a Brindisi, divenne un ponte tra Roma e il Mediterraneo e le  grandi civiltà nate nei tre continenti che vi si affacciano. E’ dal rispetto e dall’assimilazione di queste civiltà che nasce la grandezza della civiltà romana. Lo sapeva bene Caracalla, divenuto imperatore pur essendo nato in Gallia, che nel 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero.

Esprime grande solidarietà ai suoi più giovani colleghi che stanno lottando con altre forme per lo stesso obiettivo. La loro sofferenza è ancora maggiore perché guardano ogni giorno negli occhi quei ragazzi ai quali si vuole togliere la speranza.

Chi volesse condividere il suo cammino, anche solo per una tappa, può contattarlo sull’indirizzo e mail sime.one@virgilio.it, sapendo che partirà da Altavilla Irpina alle ore 8.00 del giorno 20 ottobre e seguirà il seguente itinerario: Altavilla I. – Montesarchio –  Mondragone –  Formia – Fondi – Terracina – Ariccia – Albano – EUR – Palazzo Madama, giungendo a Roma il giorno 3 novembre.”