Cucina e lavoro, in Irpinia nascono gli chef del futuro.

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chef Avellino
chef Avellino

Anche in Irpinia tutti pazzi per la Cucina. Un Bravo Chef può guadagnare migliaia di euro. Boom di Iscritti alle scuole alberghiere di Avellino.

Con i suoi 56 Istituti Albeghieri, la Campania è la regione italiana con il maggior numero di scuole in cui si apprendono i rudimenti per diventare un buon cuoco.

Un fenomeno che ha visto una crescita esponenziale, in particolare negli ultimi 20 anni. Il caso di Avellino è emblematico.

Il primo Istituto Alberghiero nacque come succursale di quello di Ottaviano.

Oggi, in provincia, si contano ben sei scuole alberghiere: oltre al capoluogo, quelle di Montoro, Ariano Irpino, Vallesaccarda, Mirabella Eclano, Marzano di Nola, con una popolazione scolastica che sfiora le 4000 unità.

Eppure, nonostante questo fermento, secondo una recente indagine diffusa dall’agenzia di lavoro interinale Manpower, la figura dello chef è ai primi posti tra quelle che le aziende non riescono a trovare sul mercato del lavoro.

“E’ vero, c’è una grande richiesta di figure professionali legate alla cucina conferma Luigi Vitiello, Chef, Presidente dell’Associazione Cuochi della Campania e docente presso l’Istituto Alberghiero di Avellino – , e ciò è dovuto al fatto che, negli ultimi anni, le strutture ricettive si sono moltiplicate a dismisura. Con il libero mercato, tutti si mettono in competizione”.

In questi ultimi anni cos’è cambiato nel mondo della ristorazione ?

“Prima la ristorazione si faceva solo nei ristoranti, oggi, invece, il mercato ristorativo lo trovi dappertutto: nei bar, nei self service, nei centri commerciali, nei supermercati”.

E come mai a fronte di un maggior numero di giovani che, attraverso lo studio, si avvicinano alla professione si riscontra un dato negativo in termini di inserimento?

“C’è da dire che quasi sempre la richiesta è legata a professionalità elevate ma anche con specifiche competenze. Non basta dire: c’è domanda di cuochi. Dire cuoco significa dire tante cose.Il cuoco delle mense deve avere determinate competenze, quello della ristorazione tradizionale altre, quello della ristorazione gourmet altre ancora. 

E quindi ?

“Diciamo  – continua il Presidente di Assocuochi della Campania – che in comune c’è solo l’elevata professionalità che viene richiesta per cui spesso, soprattutto i più giovani, devono fare gavetta prima di poter rispondere ai requisiti richiesti dal mercato. E per questi ultimi non è poi così difficile trovare la strada per avviarsi alla professione. Va anche detto che il gruppo di cucina non è più lo stesso che operava trenta anni fa, il lavoro in cucina è cambiato molto, facendo venire meno anche numerose figure e, di conseguenza, persone da impiegare.

Un esempio?

“Ormai sul mercato si trovano tanti prodotti semilavorati già pronti, anche di buona qualità, che lo chef può decidere di acquistare mentre prima, magari, c’era bisogno di personale che li preparasse”.

Intanto, in provincia di Avellino negli ultimi 20 anni il numero di giovani che decidono di approcciarsi al mondo della ricettività, dell’accoglienza e della ristorazione è triplicato.

“Il successo è dovuto principalmente a programmi ministeriali fatti bene – spiega Vitiello –, che attraggono i giovani. Poi c’è anche la consapevolezza che un diplomato bravo può trovare facilmente lavoro in poco tempo.

Quanto può guadagnare un bravo chef ?

“Si tratta di un lavoro che può essere ben remunerato, se si pensa che un bravo chef guadagna tra i 3000 ed i 5000 euro al mese, fino alle eccellenze, gli chef executive, che superano i 10.000 euro al mese”.

In questi anni è cambiata anche la tipologia degli alunni dell’Alberghiero ?

“Prima gli iscritti erano soprattutto giovani che volevano imparare un mestiere, oggi sono tanti i figli di professionisti che scelgono la scuola per passione.  

Cosa ne pensa degli show televisivi dedicati alla cucina?

“Se fatti bene possono essere costruttivi e far apprendere cose interessanti”.

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