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Crolli balconi a L’Aquila, indagato un professionista di Avellino

Vi sarebbe anche un tecnico professionista originario della provincia di Avellino tra i 37 indagati dalla Procura della Repubblica dell’Aquila in seguito al crollo di un balcone nel contesto del progetto Case (gli alloggi antisismici provvisori edificati dopo il devastante terremoto) attivato a Cese di Preturo, frazione ovest de L’Aquila.

L’irpino coinvolto sarebbe un direttore di cantiere di 22 piastre (unità abitative) del progetto Case; è accusato di frode nelle pubbliche forniture.

IL FATTO – Balconi costruiti con legname non idoneo, senza collanti, senza certificazioni, montati con inferriate malmesse e differenti rispetto alle previsioni del progetto. Assenza di guaine e di altri requisiti tecnici fino a quando una delle terrazze è marcita ed è crollata. Ruota intorno a questa fornitura illegale, che ha configurato una truffa ai danni dello Stato da ben 18 milioni di euro, l’inchiesta della procura della Repubblica coordinata dal sostituto procuratore Roberta D’Avolio che, attraverso gli accertamenti della Forestale, ha portato a indagare 37 persone.

Il capo di imputazione è diviso in tre grandi parti che distinguono ognuna un’accusa: la frode nelle forniture, i documenti falsi, la truffa allo Stato e il crollo del balcone del 14 settembre 2014.

Gli imputati sono distinguibili in due grandi gruppi, da un lato i direttori dei lavori e responsabili della progettazione e realizzazione, che non hanno controllato che moltissimi dei 4500 alloggi antisismici tirati su dopo il sisma del 6 aprile 2009 venivano realizzati con materiale inadatto, e hanno attestato il falso, cioè che tutto fosse in regola, evitando di controllare.

Dall’altra parte, gli imprenditori delle ditte fornitrici di legname, realizzatrici delle palazzine e installatrici dei materiali, che hanno appunto fornito materie prime non in regola con gli obblighi previsti dai contratti, compiendo l’illecito che poteva costare la vita a decine di persone che già hanno perso la propria abitazione.

Ultimo gruppo di indagati, i funzionari del Comune dell’Aquila che, avvertiti delle problematiche di infiltrazioni, umido, muffe e quant’altro, non hanno controllato a dovere e hanno contribuito pure loro a causa il marciume del legno e il crollo.

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