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Crisi industriale, Festa: “l’Irpinia è in ginocchio”

“Circa un’azienda al giorno è costretta all’interruzione della propria attività. La crisi del distretto conciario di Solofra tocca punte altissime. L’area industriale del Calaggio è in ginocchio. Il settore tessile risulta oramai inesistente”. Un quadro non più soltanto allarmante ma addirittura esponenziale: l’ondata di crisi che investe il settore aziendale irpino sembra essere irrefrenabile. Quasi un bollettino di guerra quello che quotidianamente viene registrato dai sindacati. Attenti. Pronti. Presenti. Ma ad oggi molto più che allarmati. Un segnale che riecheggia nella nostra provincia già da qualche tempo. Cecchini, Bullonerie Meridionali, Flextronics… un poco tranquillizzante elenco che si conclude, per ora, con l’A-tecnology che sulla falsa riga delle ‘sfortunate aziende colleghe’ minaccia di alzare bandiera bianca. L’unico spiraglio di luce sembra intravedersi per la Fma di Pianodardine, che mantiene regolari ritmi produttivi e lavorativi. Insomma, una prospettiva che non ha bisogno di essere supportata da alcuna documentazione: l’allarme si alza lampante agli occhi di tutti. Sindacati, cittadini ed istituzioni continuano a combattere una guerra comune per migliaia di lavoratori che senza sosta si destreggiano tra mobilità, cassa integrazione e quant’altro possa evitare il fardello della ‘definitiva chiusura’. “Assistiamo di giorno in giorno ad un incessante impoverimento”. Non se la sente di essere più ottimista Tonino Festa, segretario provinciale della Uil, che pur prendendo atto di una condizione non fiorente non abbassa la guardia né mostra i segnali di una resa. “Registriamo una caduta dei consumi. Un degrado dilagante che sfocia inevitabilmente nella cassa integrazione. La crisi comincia a toccare il fondo”. Ma non solo. “La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi. I nostri paesi sono spopolati. Sembra essere tornati indietro nel tempo, quando le intelligenze locali erano costrette ad abbandonare i nostri paesi per cercare lavoro altrove. Oggi viviamo una situazione del tutto analoga”. Sul fronte ‘corsi e ricorsi storici’, dunque, l’Irpinia assiste inerme alla nuova emigrazione. Ma nonostante i dati i sindacati non si arrendono e continuano a combattere una guerra che non li vede certo da soli. “Una crisi endemica che può essere arginata soltanto attraverso una collaborazione forte ed efficace – continua Festa – La nostra analisi e le nostre proposte sono state sottoposte all’attenzione delle istituzioni. E non solo a livello locale. Abbiamo prospettato ai consiglieri ed agli assessori regionali le nostre iniziative: sfruttare fondi europei, utilizzare in maniera più razionale le leggi regionali e nazionali per contenere l’emorragia”. Intanto l’Irpinia aspetta. (Manuela Di Pietro)

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