Crisi in Provincia, gli affondi di Iandoli e De Conciliis

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Avellino – “La crisi alla Provincia comincia sempre più a somigliare ad un’opera buffa, ad una telenovela. Ed è stucchevole tutto quanto sta accadendo. Si continua a procedere tra documenti scritti e non sottoscritti, pace annunciata ma mai sancita. Tutto questo non può che avere una conseguenza: la paralisi amministrativa”, questa la posizione di Modestino Iandoli, presidente provinciale di Alleanza Nazionale. “E’ insostenibile – continua Iandoli – doversi trovare di fronte ad una presidente ostaggio dei partiti, che reclama autonomia ma che non sembra avere la forza di affermare la propria indipendenza. Ora, dopo l’ennesimo ultimatum lanciato, ci si chiede cosa potrà accadere, quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima di ritornare a quella normalità che tutti auspicano”. Intanto, gli assessori della Margherita continuano ad essere autosospesi. “Ci chiediamo – continua Iandoli – quanto danno stia portando all’azione amministrativa questa lunga fase di stallo, che coinvolge settori strategici dell’amministrazione”. L’auspicio di Iandoli è che la presidente De Simone riesca seriamente ad affermare la propria autonomia. “Devo riconoscere – continua il presidente provinciale di An – la serietà con la quale il gruppo consiliare di Alleanza Nazionale sta affrontando questa fase, sapendo interpretare al meglio la posizione espressa dal partito e denunciando con forza l’inaffidabilità di questo centrosinistra”.

“Abbiamo fatto – commenta Ettore de Conciliis, vicepresidente del consiglio provinciale – il nostro compito fino in fondo, rappresentando uno degli unici elementi di certezza, perché abbiamo sgomberato il campo da qualsiasi tentativo di strumentalizzazione. Siamo, infatti, lontani da qualsiasi forma di consociativismo o di trasformismo, senza abdicare mai alla funzione di controllo che è propria di chi sta all’opposizione”. “Si comprende – continua il vicepresidente del consiglio provinciale – che alla base di questa fase di fibrillazione c’è un mancato accordo sulla spartizione del potere. Ci sono vecchie recriminazioni, vecchie richieste non ancora soddisfatte. Per il momento, ad uscire sconfitta da questa vicenda è la Margherita, soprattutto rispetto alla presidente De Simone che rivendica autonomia e indipendenza. Il timore è che agli annunci di non voler più subire ricatti non segua la reale e concreta capacità di non subirne più”.

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