Crisi Fca, allarme del sindacato. Zaolino (Fismic): “Il nuovo motore non basta”

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Fca, il sindacato chiede un incontro all’Ad Mike Manley. I segretari generali di Fim-Cisl Uilm-Uil Fismic-Confsal Uglm-Ugl Aqcfr hanno inoltrato richiesta di incontro per chiarire le prospettive produttive e occupazionali degli stabilimenti italiani.

“Dopo aver partecipato il primo giugno al “FCA Capital Markets Day” – scrivono nella lettera le organizzazioni sindacali – abbiamo espresso il nostro parere positivo sul piano industriale 2018-2022, ma nello stesso tempo abbiamo ribadito l’esigenza di procedere urgentemente al dettaglio delle assegnazioni produttive per ciascuno stabilimento definendo la tempistica dei relativi investimenti”.

“Dopo 4 anni di continua crescita, la situazione produttiva nel 2018 sta subendo una preoccupante flessione. Ciò, insieme alla incertezza sul futuro societario di Magneti Marelli e ai timori sul destino dei siti legati alla produzione del diesel, aumenta inevitabilmente le preoccupazioni fra i dipendenti italiani”.

Il recente annuncio sulla produzione della Renegade ibrida a Melfi è un primo segnale positivo verso il processo di elettrificazione, ma resta l’esigenza di un confronto più generale”.

“Il nostro stabilimento – precisa il segretario provinciale Fismic Giuseppe Zaolino – è quello più esposto sul diesel e per questo abbiamo bisogno di capire quale sarà il cambio di mix produttivo capace di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali”.

“In questi ultimi giorni abbiamo raccolto informazioni da fonti bene informate, di un possibile arrivo di un nuovo motore nel 2109 per Pratola Serra. Secondo noi della Fismic questo non basterà a saturare i livelli occupazionali e per questo chiediamo al Governo Nazionale iniziative concrete per lo svecchiamento del parco auto in Italia”.

“Si potrebbero rottamare oltre 2 milioni di vecchie auto diesel Euro 1-2-3 che contribuirebbero a garantire il lavoro e l’occupazione e darebbero un contributo efficace all’abbattimento delle polveri sottili e all’inquinamento delle grandi città. Intorno al mondo dell’auto in Italia, conclude Zaolino, ci lavorano oltre un  milione di persone e questo settore da sempre è stato il volano dell’economia italiana”.