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Crisi Alto Calore, Gubitosa: “Ciarcia intervenga su reti colabrodo”

Reti colabrodo, il parlamentare irpino Michele Gubitosa chiede una soluzione rapida all’Alto Calore. Gubitosa, in visita alle sorgenti di Cassano Irpino, lancia un appello all’amministratore unico Michelangelo Ciarcia: “Per la prima volta, anziché chiedere soldi ai Comuni per tirare a campare, si adoperi per trovare il modo di risolvere il problema delle reti colabrodo. Ci sono Comuni irpini in cui le perdite superano il 90% ed è suo dovere intervenire”.

“Sono stato in visita alle sorgenti di Cassano irpino, ricevuto da sindaco e assessori che ringrazio per l’accoglienza e la disponibilità. Il primo cittadino Salvatore Vecchia mi ha accompagnato presso la sorgente di Cassano, una risorsa del nostro territorio davvero straordinaria”, precisa il parlamentare.

“Osservandola mi sono chiesto come sia possibile dare acqua alla Puglia e restare senza acqua ad Avellino. Una domanda che sicuramente si sono fatti tanti irpini come me. Abbiamo una convezione con la Puglia, la quale prevede che, a prescindere da quanto preleva l’Acquedetto pugliese che va da 2.500 a 4.000 litri al secondo, 600 litri al secondo siano disponibili per l’Alto Calore. Questa convenzione, chiaramente contestabile, è stata fatta tanti anni fa”.

“Da 600 litri, in seguito, si è passati a 1.100 litri che attualmente non bastano. La domanda che ne è seguita è: ma perché? Qualcuno potrebbe pensare che sia a causa dell’aumento del consumo di acqua, ma in realtà non è così. Il problema sono le perdite: l’Alto Calore, anziché trovare i fondi per riparare reti colabrodo, chiede più acqua. Chi gestisce l’Ente – aggiunge Gubitosa – dovrebbe sapere che se non sarà affrontata la criticità legata alle perdite il problema non verrà mai risolto”.

“I guai economici dell’Alto Calore sono in gran parte legati ai costi elevatissimi del trasporto e l’incapacità amministrativa ha portato l’Ente di Corso Europa a chiedere più acqua invece di intervenire sulle reti. Tradotto: posticipare la risoluzione del problema e, intanto, conservare la poltrona. Tutto a danno dei cittadini perché quando servono i soldi si chiede la ricapitalizzazione ai soci, quindi ai Comuni”.

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