Crisi al Comune, un nuovo rimpasto rasenterebbe il ridicolo

0
244
L'aula del Consiglio ieri

Pasquale Manganiello – Si è tenuta ieri la riunione della maggioranza Pd al Comune di Avellino presso via Tagliamento, alla presenza degli assessori Preziosi, Iaverone, Mele e Tomasone. Ennesimo flop con solo quattro consiglieri presenti, Amodeo, Percopo, Poppa e Tornatore, oltre al capogruppo Giacobbe.

Il vertice è stato disertato dai “dissidenti” che fanno capo a Festa e D’Amelio.

“Penso che dovremmo presentarci direttamente il 14 luglio, giorno della seconda convocazione, per votare il Bilancio. Se non siamo in grado di approvarlo andiamo tutti a casa d’amore e d’accordo” – ha dichiarato Giacobbe a margine del vertice.

Ancora inflessibilità, quindi, da parte dei consiglieri che fanno riferimento al Presidente del Consiglio Regionale che non si discostano dalla richiesta di azzeramento della Giunta e delle cariche istituzionali, a partire dalla Presidenza del Consiglio Comunale.

La discussione sul bilancio previsionale si avvicina e la chiusura dell’esperienza Foti sembra concretizzarsi.

Una linea politica da parte dei dameliani che dovrebbe condurre alla definitiva rottura, coerentemente con quanto espresso negli ultimi mesi. Certo è che una eventuale “trattativa” per un nuovo rimpasto ed una nuova spartizione di poltrone rasenterebbe il ridicolo per utilizzare un eufemismo. Non crediamo si arrivi a tanto, non pensiamo che sia il solito giochino per attirare a sè luoghi di potere e accontentare il fedelissimo di turno.

Foti ha dichiarato di non essere attaccato alla poltrona ma un’eventuale tira e molla su nuovi nomi in Giunta svilirebbe (anche sul piano strettamente umano) definitivamente un’esperienza amministrativa che definire “agonizzante” risulterebbe un complimento.

Se così fosse, se davvero questa presa di posizione sul bilancio fosse solo un pretesto per arrivare a posizioni di potere, in una situazione così drammatica per una città in cui si susseguono gli scandali e gli interventi della Procura, l’Amministrazione ed il Partito Democratico dimostrebbero ancora una volta ed ancora di più di essere completamente al di fuori da ogni ragionevolezza realistica, di aver perso completamente il contatto con la cittadinanza e con la verità intrinseca di una condizione strutturale deficitaria vissuta dalla nostra provincia.

Un Pd fatto, quindi, non di politici vuoti ma di persone vuote.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here