Il Pdl è un carro armato. Prima subisce la sfiducia e ora parte la controffensiva. Nel mirino la pattuglia finiana, ormai senza orientamento dopo la batosta solo numerica del voto in aula. L’asso nella manica dei pidiellini potrebbe essere il colpo ferale inferto a Futuro e Libertà. Ne hanno discusso già oggi i vertici del Pdl e darebbe ragione a quanto anche oggi previsto da Silvio Berlusconi. È l’operazione smottamento, il tentativo di prosciugare il bacino parlamentare di Fli. Anche di questo discuteva al telefono alla Camera – questo pomeriggio in Transatlantico – un ministro del Pdl e uno dei tre coordinatori del partito del Cavaliere, secondo voci de il Giornale “Ora il prossimo passo è prenderci altri cinque o sei di Fli. Da domani dobbiamo contattarli. Poi insieme agli altri faranno il gruppo alla Camera”. Il ministro fa anche dei nomi di alcuni dei deputati considerati possibili interlocutori in Fli, tutti già circolati negli ultimi giorni. L’operazione, spiegano fonti del Pdl, partirebbe da un elenco già elaborato in via dell’Umiltà. Sono sette deputati e un senatore (Egidio Digilio), anche se pochi ritengono che più di due o tre possano realmente valutare la possibilità di lasciare il Presidente della Camera. Si tratta di Carmine Patarino, Gianfranco Paglia, Luca Bellotti, Francesco Proietti Cosimi, Claudio Barbaro, Andrea Ronchi, Giulia Cosenza. Per iniziare tutti indicano il deputato Patarino e il senatore Digilio come i possibili nuovi ingressi nella pattuglia. L’obiettivo sarebbe poi quello di infliggere un nuovo colpo attraverso un gruppo parlamentari di ex finiani che certifichino plasticamente la sconfitta di Fini. Sarebbe costituito dagli ex Fli già usciti dal partito (Souad Sbai, Gianpiero Catone e Angeli), da Silvano Moffa, Catia Polidori e Maria Grazia Siliquini, dagli eventuali nuovi ingressi di Fli e, per arrivare a 20 unità, da alcuni parlamentari del Pdl che hanno sostenuto fino all’ultimo i tentativi di mediazione con Fli. Sarà vero? Non resta che attendere, anche perché o si serrano di nuovo le fila, oppure si andrà dritti verso il voto, visto che l’Udc per bocca di Casini non vuol sentir parlare di appoggio a Berlusconi. Iniziano a girare le porte dell’Hotel Popolo della Libertà.