Irpinianews.it

Corsi “fantasma” all’Alto Calore, l’inchiesta nata dalla denuncia di un dipendente

Corsi di formazione eseguiti secondo le accuse solo sulla carta, ma soldi veri, quelli distratti in favore delle società che tra il 2019 e il 2021 avevano organizzato e progettato i percorsi di di aggiornamento professionale per l’Alto Calore. Le indagini che hanno portato la Procura di Avellino a chiedere ed ottenere due misure interdittive nei confronti dell’amministratore unico di Alto Calore Spa Michelangelo Ciarcia e per un addetto alla segreteria dello stesso, Trasi Pantaleone, sulla base delle indagini dei militari delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Avellino, agli ordini del colonnello Salvatore Minale. Per altri due indagati (in totale al momento sono 14), si tratta di R.C, una sorta di procacciatore delle società di formazione per conto dell’Acs e uno dei titolari delle società impegnate, G.S, che ricopre anche un incarico pubblico.

LE INDAGINI

Le indagini del Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Avellino relative al Credito di imposta utilizzato dall’ Alto Calore per lo svolgimento dei corsi di formazione per i dipendenti di Alto Calore Servizi Spa, per apprendimento di tecnologie informatiche. Le indagini dei militari agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone hanno però concluso per una formazione del personale che era solo fittizia. Cosi alle società che fornivano il servizio di formazione sarebbero state versate somme dall’ Alto Calore per servizi mai prestati. Operazioni oggettivamente inesistenti, che poi venivano portate, secondo la prospettazione accusatoria in forma illecita, come credito di imposta. Da qui le accuse di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e indebita compensazione, oltre ad altre due ipotesi contestate provvisoriamente: il peculato e le false comunicazioni sociali in danno di soci e terzi. Le indagini delle Fiamme Gialle agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone hanno stabilito che nessuno dei dipendenti aveva mai frequentato i corsi in questione. Quelli della formazione 4.0 per cui erano state emesse fatture e non solo utilizzati per la creazione di credito di imposta ma anche per quella sull’imposta diretta e sul valore aggiunto.

LA DENUNCIA

A far svelare la vicenda un dipendente, che aveva denunciato di aver appreso di risultare in un elenco del personale che aveva svolto un corso di 200 ore. Da qui erano scattate le acquisizioni delle Fiamme Gialle, che avevano scoperto come nell’arco temporale tra il 2019 e il 2021 l’Alto Calore avrebbe beneficiato di crediti di imposta per diversi corsi di formazione professionale. Almeno sei quelli finiti nel mirino delle indagini.

IL BLITZ DI PM E FINANZIERI

Il primo febbraio di un anno fa era stato lo stesso pm che coordina le indagini, il sostituto procuratore Vincenzo Russo, a guidare un blitz negli uffici dell’ Alto Calore. In quella sede erano stati anche ascoltati dipendenti e i primi quattro indagati nell’inchiesta della Procura di Avellino. Tutti, Michelangelo Ciarcia compreso, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Poi erano state acquisite documentazioni anche presso le sedi delle società che avevano erogato questi servizi. A maggio era seguito un’altra maxi acquisizione di documenti: bilanci, relazioni di revisione delle spese, modelli Iva e altro per ricostruire le detrazioni fiscali utilizzate e i costi sostenuti dall’ente. Dalle indagini sono emersi molti particolari. Il primo, che nella vicenda esiste sempre una doppia società impegnata. In tutti i corsi infatti, come ricostruito dai militari delle Fiamme Gialle, la società richiedente, ovvero Alto Calore, aveva contatti con una prima società di formazione e in tutti i casi quella che erogava il servizio non era mai la stessa, ma una diversa società. Non solo.

l CORSI MENTRE I DIPENDENTI ERANO A LAVORO

Dalle indagini e’ anche emersa la figura chiave di una sorta di procacciatore per conto di Alto Calore delle società da impiegare per la realizzazione e la progettazione dei corsi. Lo stesso, R.C, per un corso erogato nel 2021 avrebbe svolto in presenza anche il ruolo di docente. Il problema è che negli stessi orari i militari della Gdf hanno scoperto che era altrove. I dipendenti ascoltati non solo erano a lavoro, ma anche per i corsi online, hanno disconosciuto di aver mai ricevuto credenziali di accesso o prestato consenso per il trattamento dei dati personali. Il motivo per cui è scattata la misura interdittiva è legato ad una circostanza precisa. La gestione commissariale giudiziale dell’Alto Calore sarebbe almeno fino all’omologa che avverra’ a maggio dopo il via libera dall’assemblea dei creditori, non pone i commissari nella condizione di verificare gli atti come.quelli relativi alla formazione del personale, bensì solo quelli straordinari. Proprio per evitare questo rischio che si potesse ripetere quanto avvenuto e’ scattata dunque la misura interdittiva. Nelle prossime ore ci saranno gli interrogatori dei due indagati attinti dalle misure interdittive.

Exit mobile version