PRATOLA SERRA- Per sconfiggere la corruzione serve che la comunita’ faccia la sua parte senza piu’ chiedere favori illeciti, aspettare il proprio turno e piegare la schiena come schiavi. Il Procuratore di Avellino Domenico Airoma non ha risparmiato una strigliata anche alle comunita’, intervenendo oggi pomeriggio nell’Auditorium di Pratola Serra ad una manifestazione di Libera dedicata proprio al contrasto alla corruzione. Airoma non ha usato sicuramente mezzi termini: ” A monte però signori ce un attività per cui la magistratura non può sostituirsi a nessuno, e’ un’attività che spetta ad ognuno di voi- ha chiarito il Procuratore- come farlo? Iniziando a non ricercare favori o interessi illeciti, a non bussare per avere cose che magari non spettano o spetterebbero all’altro ma che penso di accaparrarmi, perché è così che si attecchisce il fenomeno correttivo. I corrotti non scendono da Marte e per sfortuna si trovano tutti allo stesso posto. I corrotti hanno sempre bisogno di un corruttore, i ladri hanno sempre bisogno di un ricettatore. Lo so, può sembrare spiacevole ma non trovo altri modi per descrivere la vicenda corruttiva”. E ha continuato: “Come contrastare la corruzione? Tanto è stato fatto ma il punto di partenza è sempre l’eticita’ dei singoli, che non può darsi per legge”. Il riferimento del magistrato e’ quello alla domande sugli accertamenti e i mezzi tecnici utilizzati per contrastare i fenomeni corrutivi. E sulla base di questo spunto: “Come si fa a penetrare in questi contesti? Signori, con la collaborazione delle comunità. Di chi in qualche modo è fuori da questo patto correttivo, allora in questo senso possono servire gli strumenti di prevenzione, che servono come spie che si accendono. Quando in un Comune c’è scarsa trasparenza, non vengono pubblicate le delibere o magari c’è un determinato circuito di beneficiari che sono sempre gli stessi o non c’è rotazione, sono queste le spie. Ma voglio chiarire: molto spesso e’ necessario distinguere bene la violazione amministrativa, che può essere di interesse del giudice amministrativo da quella che ha rilievo penale. Allora qualcuno può dire: ah, ma io ho segnalato, molto spesso in maniera anonima, anche questo è un altro cattivo vezzo. Senza sapere che dell’esposto anonimo non posso fare nessun uso. Al più si può usare come innesco e avvio di un’ attività, ma nessun altro uso. Per arrivare ad un fatto che ha una rilevanza penale, c’e’ bisogno di ben altro. Anche le attività tecniche non si fanno certo per individuare i reati, si fanno partendo da una notizia di reato, rispetto alla quale servono le intercettazioni per trovare elementi o individuare i responsabili. Quegli strumenti sono importanti se funzionano come “spie”, sono dei sintomi, rispetto ai quali si deve intervenire per accertare se si tratta di sintomi di una malattia più leggera oppure sono gravi da richiedere l’intervento del chirurgo, perché apla fine pm e polizia giudiziaria sono come i chirurghi. Perché anche se fa male e un intervento per recidere il male. A monte però signori c’e’ un’ attività per cui la magistratura non può sostituirsi a nessuno, e’ un’attività che spetta ad ognuno di voi, di non ricercare favori o interessi illeciti, di non bussare per avere cose che magari non spettano o spetterebbero all’altro ma che penso di accaparrarmi, perché è così che si attecchisce il fenomeno correttivo. I corrotti non scendono da Marte e per sfortuna si trovano tutti allo stesso posto. I corrotti hanno sempre bisogno di un corruttore, i ladri hanno sempre bisogno di un ricettatore. Lo so, può sembrare spiacevole ma non trovo altri modi per descrivere la vicenda corruttiva. Come contrastare la corruzione? Tanto è stato fatto ma il punto di partenza è sempre l’eticita’ dei singoli, che non può darsi per legge”. Un chiarissimo monito alla comunità, quello di non piegarsi: “Ogni volta che si manipola la funzione pubblica per interessi privati si compie un oltraggio alla comunità. Ma è anche la comunità che deve fare la sua parte. Oggi c’è un’assuefazione a certi comportamenti, che viene respirata anche e soprattutto dai giovani. Chi è chiamato dunque a svolgere un certo ruolo, deve mettere in conto di affrontare sacrifici. Molto spesso dico ai colleghi che dobbiamo fare delle rinunce. Io non frequenyo circoli. Ma non perché sono meglio degli altri, ma perché come diceva Rosario Livatino, c’è il rischio di un appannamento della imparzialità, per una questione di rapporti. Questo vale per i magistrati come per le forze di polizia. Questo vale anche per il pubblico amministratore. Non è vero che non esistono pubblici amministratori corretti e seri. Ne ho conosciuti tanti. Vorrei sfatare questo luogo comune. Ho conosciuto pessimi amministratori, ma anche amministratori seri, onesti, leali, che hanno rischiato anche la vita. Usciamo da questa logica di sudditanza per la quale le cose non si possono cambiare. Per cui bisogna adattarsi, perché oggi tocca a lui e domani a me, così si diventa schiavi e si piega la schiena”.
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