Corrado De Santis e la Desmon: “Business in crescita in U.S.A e Paesi Arabi. In Irpinia c’è autolesionismo”

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Corrado De Santis, e’ il fondatore, insieme al fratello Ciriaco ed alla moglie Federica, della Desmon, società campana che costruisce frigoriferi industriali ed attrezzature per il catering, i cui risultati evidenziano come i prodotti dello stabilimento di Nusco siano sempre più apprezzati dalle grandi catene internazionali, da McDonald’s a Kentucky Fried Chicken. Nello stabilimento dell’Alta Irpinia, dove lavorano 110 dipendenti, grazie alla sinergia con la multinazionale Middleby e grazie ad una costante attività di ricerca ed implementazione del prodotto, non solo si è riusciti a superare la crisi, ma ad affermarsi come eccellenza internazionale.

Il gruppo De Santis si è sempre distinto nel campo industriale da quando operava in diversi settori: mobili per ufficio, carpenteria metallica, pressofusione di alluminio, etc. a Montemiletto…

“Le prime esperienze di lavoro le ho fatte nell’azienda di famiglia agli inizi degli anni ’90. Siccome nel gruppo di famiglia c’erano molte persone, insieme a mia moglie e mio fratello decidemmo di metterci in proprio, rilevando da un fallimento un’azienda che si trovava nell’area industriale di Nusco-Lioni.
Quest’area nacque con grossi contributi statali e finì per attirare tanti ‘investitori’ interessati molto di più ai contributi che non al progetto industriale. Come risultato, la gran parte delle aziende insediatesi ha chiuso dopo pochi anni. Proprio da uno di questi investimenti “sbagliati” siamo partiti, acquisendo una di queste aziende chiuse ed investendo anno dopo anno i profitti dell’azienda sempre nella stessa attività, credendo in quello che facevamo e con la ‘fortuna’ di trovare ottimi clienti esteri.”

Lo scorso anno la Desmon ha partecipato alla vetrina internazionale di Expo Milano, quanto è stata importante? 

“Noi esportiamo il 90% di quello che produciamo, abbiamo un ottimo mercato internazionale e la presenza dei nostri prodotti in diversi padiglioni di Expo è stata fonte di promozione. La platea, anche internazionale, era molto ampia ed era quello che a noi serviva. Inoltre, se avete notato, ad Expo la Campania non c’era, ma c’era invece l’Irpinia, che si è contraddistinta con l’iniziativa del Presidente della CCIAA di Avellino il Pres. Capone che è stato molto lungimirante in tal senso, dando la possibilità a tante aziende “Irpine” di avere un piccolo ma importante spazio durante questo importante evento.”

Lei ha dichiarato in passato che l’idea del polo europeo del freddo in Irpinia non fosse un’utopia. Conferma?

“Sono assolutamente di questo avviso. Desmon, pur dovendo affrontare tutti i problemi che abbiamo qui in Italia, ha attirato l’attenzione del gruppo Middleby di cui facciamo parte. Considerando le difficoltà del nostro settore, in Irpinia, in Campania, in Italia siamo riusciti a creare una grande realtà che ha notevoli potenzialità di crescita. E’ la prova che la provincia di Avellino è un gran bel territorio per chi vuole investire ed è dotato di una cultura del lavoro. La Desmon è una realtà che è stata studiata con attenzione dagli americani e presa come modello. Ci sono molti progetti di espansione del business ed altri nuovi prodotti da sviluppare internamente. Ad esempio si sta lavorando con la Viking, brand molto famoso del residenziale domestico (di alta gamma), un percorso con grandi margini di sviluppo.”

La sede della Desmon è a Nusco ma, come dai lei affermato, il novanta per cento del vostro fatturato è all’estero. Cosa si porta dentro dei suoi viaggi di lavoro e quale Paese o Continente le è rimasto più impresso per accoglienza, stile lavorativo o prospettive economiche future?

“Gli Stati Uniti, attualmente, sono sicuramente il Paese più florido, un Paese che attualmente è in crescita con aziende in  piena occupazione.  Tutti hanno una possibilità e si lavora senza problemi, c’è una sorta di “sano” protezionismo di quel mercato mentre in Europa si vende di tutto e di più.
Ci vorrebbe una maggiore consapevolezza che, se viene consentita la vendita di prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione Europei, per svariati motivi (mancato rispetto delle normative sull’ecologia e\o sulla sicurezza del lavoro od altro ancora) poi sia normale che interi settori scompaiano completamente, vedi il tessile, vedi l’elettronica, vedi gli elettrodomestici, etc..

corrado de santis 3Negli U.S.A. non è consentita la vendita di prodotti senza che il cliente sappia da dove provengono e/o come siano stati realizzati. Ad esempio, se un ristorante ha un prodotto non a norma rischia di chiudere, in Europa tali prodotti vengono incentivati perché non c’è controllo e quindi nessuna protezione dei consumatori e del mercato in generale. Altri Paesi in cui il mercato è in espansione sono quelli arabi: basta andarci per accorgersi del livello di investimenti e della possibilità di vendere i nostri prodotti e sviluppare il business con prospettive di crescita.”

Uno dei problemi dell’Irpinia è la cura delle aree industriali. Quando clienti o partner vengono in Irpinia, qual è la loro prima reazione?

“L’Irpinia ha tutti i problemi che riguardano un pò tutto il nostro bellissimo Paese. Purtroppo, l’affidamento della gestione dei servizi industriali e dei servizi pubblici in generale, non è mai basata sui meriti e\o sulle competenze dei soggetti che dovrebbero svolgere quella funzione e questo nella gran parte dei casi ne pregiudica il funzionamento, genera burocrazia, sprechi, comporta lungaggini per ottenere un qualsiasi diritto oltre a dare luogo agli abusi di cui sentiamo parlare quotidianamente. Le aree industriali sono un pò lo specchio di tale situazione e ritengo che ogni commento sia superfluo, basterebbe farsi un giro per avere idea di cosa stiamo parlando: degrado più assoluto.

Laddove si dovrebbe generare la ricchezza di un territorio, dovrebbe essere il massimo dell’efficienza e della cura, ahinoi imprenditori, invece, ci troviamo costantemente a dibattere per cercare di operare decentemente. A volte è imbarazzante già solo passare per queste aree industriali, per portare i clienti che arrivano da tanti altri Paesi diversi a visitare i nostri stabilimenti. Già siamo penalizzati per la pessima promozione che facciamo dei nostri territori, come Campania\Napoli, ci conoscono all’estero per la cattiva gestione della spazzatura e/o per gomorra, mentre invece ci sarebbero tante belle realtà da promuovere e tanta professionalità da far emergere, è una sorta di autolesionismo che purtroppo ci caratterizza e che non riusciamo a cambiare.

La speranza è che tutti noi e soprattutto le nuove generazioni possano cambiare questa cultura, sviluppando al massimo livello le professionalità e le competenze, rendendo sempre di più questo territorio quale centro di eccellenza , dove si lavora bene e dove gli investitori siano stimolati a venire, proprio come nel caso Desmon”.

Pasquale Manganiello

 

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