Non di rado partono campagne pubblicitarie dedicate alla prevenzione del tumore al seno, sono momenti importanti per favorire e approfondire il dibattito e sensibilizzare l’opinione pubblica in merito all’importanza di conoscere questo male che colpisce una donna su dieci.
Tra i fattori di rischio ci sono alcuni stili di vita (come un’alimentazione carente di verdura e frutta e troppo ricca di grassi animali oppure fumo e vita sedentaria, aspetti questi modificabili) e fattori genetici e costituzionali della persona per i quali non sempre è facile fare previsioni.
Nonostante il tasso di mortalità faccia registrare una rassicurante diminuzione, i casi aumentano ogni anno. Per cui la migliore arma si conferma una prevenzione costante e attenta, da condurre sia in maniera autonoma sia affidandosi a uno specialista.
Un’autopalpazione mensile e una mammografia fatta in tempo possono infatti cambiare il corso degli eventi e salvare molte vite, come riportato anche dal sito dell’AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro).
Il tumore al seno rappresenta la tipologia di male più frequente nel sesso femminile, con un’incidenza del 25% rispetto agli altri tumori.
Si manifesta meno frequentemente sulle donne under 30 mentre le probabilità aumentano nei soggetti over 50.
Approfondiamo questo delicato e importante argomento con il dottor Alessandro Rosa, direttore dello Studio Medico Rosa di Benevento, specializzato tra l’altro in ecografia mammaria. Dottor Rosa, ci spieghi oggi come si affronta un tumore alla mammella e cosa è cambiato rispetto al passato.
<<Purtroppo negli ultimi anni si sta assistendo a un marcato aumento di casi di donne che si ammalano di questo male – ci chiarisce il dottor Rosa –. La notizia rincuorante è che nonostante tutto si registra una sensibile riduzione della mortalità. E questo solo grazie alla diagnosi precoce. Quando la malattia si prende per tempo e il trattamento è immediato, infatti, tutto risulta meno invasivo. L’indice di guaribilità dal tumore del seno attualmente si è pressoché raddoppiato rispetto a qualche decina di anni fa. E la differenza risiede nell’attenzione maggiore, da parte della popolazione femminile, nello svolgere regolari screening>>.
Quando consiglia di iniziare a effettuare i controlli? Esiste una fascia d’età più a rischio?
<<A partire dai 30 anni è indispensabile effettuare un’ecografia mammaria con cadenza annuale, mentre dai 40 integrare con una mammografia. Ma se si dovesse avvertire una presenza sospetta al tatto o alla vista è necessario iniziare da subito, qualsiasi sia l’età. La statistica ci parla di un’incidenza maggiore tra i 40 e i 65 anni, con un picco intorno ai 50, ma sono in aumento i casi di tumori alla mammella in età anche molto giovane. E’ quindi buona abitudine intraprendere la strada della prevenzione il prima possibile>>.
Parliamo di autopalpazione: di cosa si tratta e come farla?
<<Effettuare l’autopalpazione è molto importante in quanto rappresenta un metodo efficace per imparare a conoscere la conformazione delle proprie mammelle e rendersi conto di eventuali mutamenti attraverso il tatto. La mammella, come fosse un orologio, va idealmente divisa in quattro quadranti. E buono posizionarsi di fronte a uno specchio e iniziare accarezzando la ghiandola dall’esterno all’interno, dal cavo ascellare fino al capezzolo, e viceversa con leggera pressione dei polpastrelli delle dita centrali. La presenza di un nodulino può essere la rappresentazione di manifestazioni benigne come una cisti o un fibroadenoma, ma anche di un tumore alla mammella. Per questo motivo è importante far riferimento al proprio medico specialista nel caso si riscontri qualche anomalia nella forma, nel colore e in caso di secrezioni ematiche o siero-ematiche del capezzolo>>.
E’ chiaro che l’abitudine alla prevenzione rappresenta un’arma vincente per contrastare questo male.
<<La diagnosi precoce è la migliore forma di prevenzione. Il problema quando si parla di tumore è quando non venga preso in tempo, per questo motivo infatti ci sono i cinque stadi che ne rappresentano la gravità. Nel primo, ad esempio, il 98% delle persone guarisce. I dati evidenziano che una donna su otto durante la sua vita può essere colpita da questo tipo di tumore, rappresentando il 29% di tutti quelli che colpiscono il sesso femminile. Dunque non ci stancheremo mai di dire che la prevenzione è fondamentale e che non bisogna aver paura di sottoporsi a controlli periodici. Un mito da sfatare, inoltre, è quello riguardante l’ecografia. Questa pratica infatti non emette radiazioni ionizzanti, quindi è possibile effettuarla anche ogni sei mesi se necessario, come ad esempio in casi di familiarità stretta per i quali occorre aumentare l’attenzione>>.
Quali sono gli effetti negativi e quali quelli positivi legati all’incidenza del tumore alla mammella?
<<Senza dubbio l’obesità e il fumo remano contro. Elementi importantissimi per la prevenzione sono legati allo stile di vita. L’esercizio fisico è fondamentale. Per quanto riguarda la dieta è indicato incrementare l’assunzione di vegetali e di frutta, così come di elementi ricchi di fitoestrogeni, quali la soia e i suoi derivati, alghe, semi di lino, cavolo, legumi, cereali, frutti di bosco. Sarebbe buono ridurre gli zuccheri raffinati e il consumo di carni rosse, a favore di carni bianche e pesce. Infine la gravidanza produce un effetto protettivo per la donna, in quanto in quel periodo aumenta la produzione di ormoni estrogeni>>.