Continua il braccio di ferro alla Sva, lunedì sarà sciopero

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Settimana importante per i tanti lavoratori al centro di vertenze: dalla questione Sva all’ex Isochimica alla delicata discussione sui profughi.

“Proprio oggi, di concerto con i nostri iscritti, abbiamo ritenuto necessario e non più rinviabile la proclamazione dello sciopero – scrive Vassiliadis dell’Ugl – Avendo preso atto che la Sva – società cooperativa che opera all’interno della Capaldo SpA di Atripalda – non ha fatto proprie le richieste avanzate dall’Ugl, l’unica strada da intraprendere è quella di incrociare le braccia.

Lo sciopero avrà inizio alle ore 6 e si concluderà alle ore 22 di lunedì 29 febbraio prossimo. Si articolerà con un piccolo corteo lungo Corso Vittorio Emanuele per poi giungere dinanzi la Prefettura dove, alle 10 il Sindacato e i lavoratori incontreranno la stampa per illustrare i dettagli della vertenza che ormai si protrae da mesi”.

Alla vertenza Sva si va ad aggiungere quella dei lavoratori ex Isochimica. “Il pressing deciso stamane a Palazzo di Governo sul Ministero del Lavoro può, a mio dire, essere davvero la strada giusta per dare una accelerata sulla questione prepensionamenti. Confrontarsi dunque con una rappresentanza del Ministero significa fare pressing sul Governo affinchè provveda ad emanare i decreti attuativi quale senso di responsabilità nei confronti di questi lavoratori”, continua Vassiliadis.

Intanto ieri, sempre in Prefettura, è stato compiuto un passo importante per addivenire ad una soluzione dignitosa dopo quanto è accaduto le scorse settimane sulla questione migranti. “Si è condivisa la necessità di porre in essere due tavoli x il coinvolgimento, da un lato degli amministratori di tutti i 118 comuni irpini e dall’altro delle associazione di volontariato e della Croce Rossa Italia, grazie alle loro risorse umane e professionali presenti su tutto il territorio provinciale. Se l’Irpinia è chiamata ad accogliere i migranti deve avere anche la capacità di dare loro dignità ed integrazione. La novità che è emersa, infatti, è la possibilità della presa diretta in carico ovvero della gestione da parte di tutti i sindaci dei migranti con il coinvolgimento dei servizi sociali e delle associazioni locali. Se in ciascuno comune trovassero ospitalità una ventina di profughi – come ha ipotizzato il comune di Avellino – la presenza dei migranti potrebbe diventare una risorsa e non un problema. Questa può essere davvero la strada giusta da percorrere sia per reperire sul territorio le strutture idonee ad ospitare i profughi sia per ripartire con criterio i migranti evitando così sovraffollamenti solo in pochissimi centri, e poter procedere ad un vero e proprio piano di integrazione con le comunità irpine. L’invito, dunque, è per una maggiore collaborazione attraverso un’assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni locali nella gestione ma anche nel controllo sull’immigrazione”.

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