Stamane presso il Carcere Borbonico si è tenuto un convegno a cui hanno partecipato Loredana Raia, consigliera regionale con delega alle pari opportunità e Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio Regionale, oltre a rappresentanti della Regione, ginecologhe, psicologhe per parlare dei Consultori e del loro valore sanitario e sociale.
Sono intervenuti il commissario dell’Asl Avellino Mario Ferrante, la dirigente degli interventi socio-sanitari della Regione Campania Marina Rinaldi, Tea Di Matteo, già dirigente settore Sanità della Regione Campania, Carla Ciccone, dirigente di ginecologia dell’azienda ospedaliera «Moscati» di Avellino, Teresa Nigriello psicologa del Consultorio familiare di Lioni e Federico Troisi, direttore del distretto sanitario di Sant’Angelo dei Lombardi e il direttore del settore materno infantile dell’Asl Avellino Carmela Casullo.
“I consultori e il loro valore sanitario e sociale sono essenziali per una sanità che sia degna di una regione importante come la Campania, che è la capitale del Sud Italia – dichiara Loredana Raia – occorre mettere in campo non solo risorse economiche, ma il necessario turnover per dare linfa nuova ai consultori. Questa è la mission della Regione: i nostri consultori sono punti di eccellenza nonostante le gravi difficoltà economiche in cui si muovono, devono dare assistenza alle donne e alle famiglie andando verso di loro, entrando direttamente nelle case della gente. Le donne devono essere consapevoli che quei presidi sono indispensabili per la loro salute e per la loro serenità familiare e sociale”.
Sulla stessa linea la presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, promotrice dei Consultori già nel post terremoto:
“I consultori familiari, a 40 anni dalla legge istitutiva, sono tutti a rischio chiusura. Al Lioni aprì il 20 dicembre sotto una tenda dopo il tragico terremoto dell’80. Il commissariamento della sanità non ha permesso il turn over del personale e chi va in pensione non viene sostituito. Partirono come una straordinaria esperienza di integrazione socio-sanitaria con ginecologi, sociologi, pediatri che prendevano in carico donne e bambini, educavano alla prevenzione all’aborto, in sinergia con la rete di associazioni del territorio.
Queste strutture vanno rilanciate e rafforzate, almeno un consultorio per provincia dovrebbe essere dotato del patrocinio legale gratuito per le donne vittime di violenza e con difficoltà economiche. Penso anche gli screening senologici o della cervice uterina.
Ormai siamo sul finire del commissariamento, finita questa fase tra i criteri di valutazione dei direttori dell’Asl va inserito ad esempio l’obbiettivo raggiunto dai consultori della rete territoriale di competenza”.