AVELLINO- Portarono la droga che era destinata al carcere di Bellizzi ai Carabinieri. Oggi in aula a raccontarlo e’ stato proprio uno dei due nonni che si rese protagonista della vicenda. Il testimone ascoltato in aula, Il 31 maggio 2023 si era presentato insieme alla moglie dai Carabinieri di Baiano con un borsone all’interno del quale c’era la droga destinata al carcere di Bellizzi Irpino, quella che un detenuto recluso nella stessa cella del nipote gli aveva fatto recapitare dalla sua compagna ad Avella. Oggi pomeriggio l’ottantenne marocchino protagonista di questa vicenda ha raccontato cosa era avvenuto quella domenica pomeriggio, quando la moglie aveva scoperto occultata tra gli indumenti la droga ed insieme si erano messi in auto e recati dai Carabinieri per consegnarla. Il processo che si celebra davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino Roberto Melone ai tre imputati, il detenuto tunisino, un detenuto napoletano e la sua compagna, che erano stati identificati dalle indagini di Polizia Penitenziaria e Carabinieri della Compagnia di Baiano, difesi dagli avvocati Alberico Galluccio e Valentino Di Ludovico. “Mio nipote stava con un tunisino che si chiamava Mohamed e questo signore gli ha detto se poteva portare abiti per un detenuto. Il tunisino Mohamed ha chiamato la moglie del detenuto . La signora viene da Nola per portare una busta con panni (abiti). Mi ha chiamato sul cellulare. La signora è arrivata da Nola ad Avella, per lui stava dentro il carcere che mi deve portare i panni. La signora è venuta alla stazione dei treni di Avella e mi ha consegnato la busta e poi e’ andata via”. Questa la premessa rispondendo alle domande del viceprocuratore onorario in aula. Poi c’e’ la scoperta, la droga all’interno degli abiti: “Abbiamo trovato questa droga ho detto a mia moglie di chiamare i Carabinieri. E ci abbiamo portato tutta la droga. Quando siamo tornati a casa abbiamo ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto che ci ha detto se avevamo già la droga e io ho detto: se volete la droga andate dai Carabinieri”. Il viceprocuratore gli chiede anche se il 4 giugno 2023, come aveva riferito ai militari avesse ricevuto una telefonata in cui gli si chiedeva di spiegare se avesse detto ai Carabinieri chi gli aveva dato la borsa. Il teste ha confermato..
A chi era diretta la droga? Sul punto il testimone non ha saputo essere preciso, riferendo che molto probabilmente era destinata al tunisino. Una tesi che evidentemente non è condivisa dalla difesa. Serrato il controesame del penalista Alberico Galluccio, che difende il detenuto tunisino. A partire da un dato. Come sentiva a telefono il nipote: era il telefono del carcere o un telefonino abusivamente custodito in cella? E perché non avesse subito segnalato la circostanza ai Carabinieri?. Ma anche su quante volte fosse andato in carcere dal nipote e se ci fosse stato già qualche episodio in cui era stato bloccato. Al termine del suo controesame il penalista ha chiesto di acquisire il casellario del testimone.. La prossima udienza ci sarà il 7 marzo.