Marco Imbimbo – Michelangelo Ciarcia, candidato alla segreteria del Pd irpino, continua a definire il congresso «una farsa». Lo stesso fa Enza Ambrosone, delegata della lista “Irpinia innanzitutto”, mentre Umberto Del Basso De Caro rilancia la linea espressa qualche giorno fa «invito a non partecipare al congresso».
La lettera di Andrea Rossi, arrivata ieri alla federazione irpina, è servita a mitigare le posizioni, ma non troppo, perché se da un lato l’idea di posticipare l’assemblea al 15 maggio viene salutata con favore, dall’altro lato la conferma dei congressi di circolo di domenica e lunedì continua a far gridare allo scandalo.
«La mia posizione è nota, ma non siamo una caserma e ciascuno è libero di fare ciò che vuole. Io, però, suggerisco di non partecipare» spiega De Caro confermando anche la convergenza di De Luca e Famiglietti su questa linea. «Abbiamo ragionato in termini unitari finora e ci comporteremo così. Ribadisco che non siamo una caserma, quindi se c’è una persona che vuole partecipare, non possiamo negarglielo. A chi chiede a me cosa fare, so cosa rispondere, ma sempre con la massima libertà».
Il rinvio al 15 maggio dell’assemblea, invece, rappresenta l’unica nota positiva della vicenda congresso: «E’ un’iniziativa utile perché, in sostanza, da Roma, vogliono agevolare una chiusura di tutte le vicende, tra cui quella importante del Comune di Avellino. Il Pd intende seguire e monitorare in maniera diretta la vicenda. Mi pare giusto perché parliamo di una città capoluogo».
Restano, però, i tanti problemi legati al congresso provinciale, a cominciare dall’anagrafe degli iscritti come sottolinea Michelangelo Ciarcia: «Io, da candidato, non sono stato messo in condizione di conoscere l’anagrafe degli iscritti in tempo utile». Inoltre, proprio il suo ruolo di tesoriere del partito, gli ha permesso di poter confrontare i numeri dell’anagrafe certificata a fine marzo, con quello che invece risulta dai bonifici effettuati per le iscrizioni e ci sono delle forti discrepanze.
Il problema principale riguarda le iscrizioni online. «Purtroppo Ermini ha creato ancora più confusione con i suoi regolamenti». Ad oggi, denuncia Ciarcia, risultano non iscritte al partito persone che invece hanno pagato, mentre ci sarebbero tesserati che non lo avrebbero fatto. Anche Ciarcia, però, plaude alla decisione del nazionale di spostare l’assemblea provinciale al 15 maggio. «In questo modo si prova a bloccare chi vuole lanciare un’OPA sul Pd irpino e sulla città di Avellino».
Enza Ambrosone, invece, ripercorre tutte le date congressuali saltate dallo scorso luglio. «Oggi, invece, si decide di celebrarlo in una condizione di oggettiva difficoltà dovuta alla batosta del 4 marzo. Non ci sono le condizioni politiche per svolgerlo. IL documento di Rossi è inaccettabile in vari punti. Lui parla della necessità della segreteria nazionale di accompagnare il Pd irpino alle amministrative. Se così è allora non capisco l’urgenza di celebrare il congresso provinciale». La linea proposta dalla Ambrosone è quella di De Caro: «Roma dacci un colpo, altrimenti non partecipiamo al congresso. Non possiamo legittimare un’illegalità»
[…] Come annunciato stamane, scaduto l’ultimatum lanciato a Roma circa la rivisitazione della platea congressuale, con la richiesta di escludere dalla conta gli oltre mille tesserati online non ancora regolarizzati, i decariani di Irpinia Innanzitutto e i deluchiani di Semplicemente Democratici hanno ufficializzato l’invito a boicottare i vari congressi di circolo che si terranno in Irpinia tra oggi e domani. […]
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