Avellino – Conferenza programmatica: gli interventi della prima sessione di lavoro di questa mattina presso l’ente camerale di piazza Duomo a seguito della relazione del primo cittadino Giuseppe Galasso.
Silvio Sarno (Unione degli Industriali)
Il ruolo degli Enti per lo sviluppo della città è l’argomento di punta dell’intervento del presidente degli Industriali, Silvio Sarno, anche lui in prima linea in occasione dell’importante due giorni programmatica promossa dal Comune. La dimensione della città quotidiana, il ruolo di Avellino capitale, l’interconnessione con le altre città regionali sono per il numero uno di Confindustria elementi da non trascurare. Insomma, per mettere le ali alla ‘città rondine” (dati Censis 2004), secondo Sarno si dovrebbero raggiungere adeguati livelli di sviluppo. Ancora, creare servizi calibrati ed efficienti, partire dall’area di Pianodardine, bisognosa di industria, che non deve essere stravolta nella sua vocazione, lasciare che l’economia provinciale non sia più sostenuta dalla spesa pubblica, ma non dimenticare il ruolo di partecipazione degli enti “che è essenziale sia per i cittadini, sia per le industrie”. “Possiamo chiedere risorse – ricorda Sarno – ma deve cambiare la mentalità di programmazione delle opere. Avellino città capoluogo ha perso l’appeal. Bisogna rifondare questo ruolo catalizzatore. L’amministrazione deve farsi carico di attivismo e di intereventi attraverso un’attività di programmazione vera dello sviluppo”. Insomma, per il presidente di Confindustria Avellino occorre valorizzare e non poco il progetto urbanistico-industriale.
Enrico Ferrara (per Cgil, Cisl, Uil e Ugl)
La voce dei sindacati non poteva mancare nell’incontro dedicato al futuro della città e non solo. E’ il segretario della Cisl irpina, Enrico Ferrara, ad esprimere a nome di tutti la perplessità sui tempi, sulle questioni complesse (trasporti, rifiuti, viabilità…), sulla necessità di pensare insieme la soluzione. “Se Avellino è la città capoluogo, non si può prescindere che l’hinterland faccia parte dello stesso nucleo urbano”. D’accordo con gli industriali sulla valorizzazione di Pianodardine, che non deve perdere la sua natura, Ferrara non condivide però il motto “privato è bello” ed inneggia invece ad una chiara scelta pubblica, con il supporto di alta professionalità, per le utilities. E richiama anche l’attenzione su Avellino città capoluogo, città ospedaliera ma non sede universitaria, nonostante possa essere un potenziale polo di ricerca in quanto sede del Cnr. Sul Piano urbanistico comunale: “L’area Asi va allargata ma non basta. Il Puc non ha dato tutte le risposte alla città del futuro”.
Ciriaco Coscia (Cna)
A nome degli artigiani e delle organizzazioni irpine, il presidente della Cna, Ciriaco Coscia, ricorda che la centralità del capoluogo è di primaria importanza anche per l’artigianato in quanto settore volano per l’economia indigena. “Avellino è la prima provincia del Sud per valore aggiunto dato dal settore artigiano al valore provinciale”. A nome delle associazioni rappresentate, Coscia chiede anche la creazione di uno strumento di intermediazione tra pubblico e privato, la maggiore aggregazione di imprese per raggiungere l’agognata ottica sistemica, più convenzioni con le istituzioni di credito, l’intesa con i comuni limitrofi per un moderno Pip artigianale.
Rosanna Rebulla (Rubilli)
E’ il presidente del centro Rubilli, nonché ex assessore comunale, ad avanzare una critica al piano Galasso per la città del futuro. Poca, seconda la Rebulla, sarebbe la considerazione data alle Politiche sociali. “Eppure l’argomento dovrebbe essere primario in un’amministrazione di centrosinistra”, annota.
Alberta De Simone (Provincia di Avellino)
Rafforzare la ‘sintonia’ tra gli assessorati di Piazza del Popolo e Piazza Libertà. La prima inquilina di Palazzo Caracciolo va subito a quello che secondo lei è il nocciolo della questione. “Tra i due Enti, tra le due Giunte, occorre maggiore dialogo per amministrare bene le questioni del quotidiano ed affrontare strategie e programmazioni”. E ricorda l’ultimo episodio della messa in regola delle caldaie, che non avrebbe visto interagire bene i due esecutivi a danno della cittadinanza. Ma il grande tema della prima sessione programmatica pare essere quello dell’Area urbana. “Avellino non può chiudersi nel suo confine. Così rischia l’asfissia. Dobbiamo ragionare su una dislocazione più equilibrata. Che parta da Pratola Serra e includa perlomeno Mercogliano e Monteforte. Solo così la Avellino capoluogo potrà trovare tutte le convenienze di percorsi variegati ed interessantissimi. Solo così Avellino avrà il suo nucleo industriale, il suo bel santuario, il suo grande progetto culturale”. Sulla ferrovia: “Non può morire. Se non otteniamo il collegamento metropolitano con Pellezzano rimaniamo in isolamento”. Grandi progressi sul fronte della cultura: “Si sta svolgendo il corso di formazione universitaria post laurea in farmacia; da aprile e fino ad ottobre c’è il corso di laurea in Enologia. Abbiamo il Cnr e il grande progetto della Facoltà enologica. Insomma: ingraniamo la marcia”. Ma per farlo occorre innanzitutto ‘sintonia’ per definire obiettivi comuni. “Bisogna perdere meno tempo in contese quisquilie e investirne di più nel lavoro comune per definire insieme le priorità di questi tre anni”. Ma come stabilire gli assi? “Quando parleremo lo stesso linguaggio saremo più forti ai tavoli regionali e ministeriali”. Nel frattempo, la De Simone invita a lavorare su due fronti: “Creare un luogo di confronto periodico dell’area urbana partendo dai sindaci di Avellino, Atripalda, Mercogliano e Monteforte per studiare insieme linee di sviluppo che la portino avanti”. E poi: “Avvicinare Provincia, Comune e i rispettivi assessorati, attraverso una organizzazione metodologicamente basata sulla sintonia di percorso”. Infine l’auspicio del massimo rappresentante provinciale, che chiude la prima sessione di lavoro presso l’Ente camerale, “a una maggiore forza propositiva all’interno delle maggioranze”. (di Antonietta Miceli)