Confartigianato: “Bisogna dare ossigeno alle imprese”

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Misure immediate per dare nuovo “ossigeno” alle imprese nell’attuale momento di crisi economica. Il presidente della Confartigianato avellinese, Ettore Mocella, ha proposto nuove strategie per fronteggiare la crisi che sta investendo gli imprenditori, e rilanciare la crescita e la competitività delle piccole aziende irpine. «Le piccole imprese – ha detto Mocella – sono allo stremo, soffocate da forti restrizioni creditizie che assomigliano, per alcuni versi, a quelle del 2009. Nel novembre 2011, i finanziamenti ai piccoli imprenditori, sono aumentati solo dello 0,4%, quindi, vicini alla “crescita zero”. I tassi medi di interesse hanno raggiunto il 4,18%, il valore più alto tra quelli della zona euro. Intanto, i ritardi di pagamento della Pa, costano, alle nostre imprese, 3,7 miliardi di oneri finanziari. Bisogna fare qualcosa per tutelare le piccole imprese – ha stigmatizzato – che rappresentano il 99, 4% del totale delle aziende italiane, e danno lavoro al 74, 8% del totale degli addetti alle imprese italiane, e che, finora, hanno sfidato la crisi senza alcun “paracadute” ». Per recuperare i 70 miliardi di debiti pregressi accumulati dalla Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, Confartigianato propone di introdurre la compensazione tra i crediti commerciali verso la PA, e i debiti tributari. Così come, sollecita il rapido recepimento della direttiva europea sui termini di pagamento. Per migliorare l’accesso al credito, il presidente propone anche il potenziamento di strumenti già esistenti, quali i consorzi di garanzia Fidi, e il rafforzamento del fondo centrale di garanzia. Confartigianato propugna anche un rilancio del “piano casa”, oltre ad una riforma degli incentivi alle imprese. Ma è soprattutto il sostegno all’innovazione e alla ricerca, oltre a quello all’internazionalizzazione, e all’attenzione alla cosiddetta “green economy”, quello su cui punta l’associazione. Secondo il presidente Mocella, è prioritaria la tutela del “made in Italy”, attraverso l’etichettatura e la tracciabilità delle lavorazioni. “Del resto – ha ribadito Mocella- in una epoca di grandi trasformazioni, è necessario che le piccole imprese comprendano la necessità del mettersi in rete, di praticare l’export, di stilare un business plan. Il vecchio strumento del rating si evolve e premia i comportamenti innovativi.”.

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