E’ partito in gran segreto qualche giorno fa da Mercogliano, direzione Roma. Fiorentino Vecchiarelli, presidente dell’Accademia dei Dogliosi è tra i 10 “segretari” o meglio coadiutore laico, che ha varcato la porta della Cappella Sistina dove i 115 cardinali elettori sono riuniti in conclave per eleggere il nuovo Papa. Nel pomeriggio, i cardinali elettori sono si sono trasferiti nella residenza Santa Marta, dove rimarranno in totale isolamento fino alla fine del Conclave. Cosa avvenuta anche per Vecchiarelli. Ma spieghiamo nel dettaglio del perché la presenza dell’avellinese al Conclave. Vecchiarelli è un “Dignitario Laico della Famiglia Pontificia” ma sono conosciuti meglio come Gentiluomini di Sua Santità. Stiamo parlando infatti di un’ onorificenza cui vengono insigniti personaggi che hanno acquisito sul campo specifiche benemerenze non meglio identificate verso la Santa Sede ed è il Papa in persona a conferire il titolo con una nomina a vita che, a discrezione della Santa Sede stessa, può essere revocata. Se fino al 1968 l’adesione era solo per una elite ristretta rappresentata dalla nobiltà papalina sotto il nome di “Cavalieri di spada e cappa”, successivamente il Pontefice Paolo VI mutò con la “Lettera Apostolica Motu Proprio” l’ordinamento della casa Pontificia e con esso il nome dell’ordine in un meno epico e più diplomatico “Gentiluomini di Sua Santità”, i cui membri sono tutti laici ma pur sempre considerati appartenenti alla Famiglia Pontificia e distinti per ruoli e funzioni. Che sono le più disparate e talvolta incomprensibili o poco utili; tra queste, presenziare in prima fila alle cerimonie, assistere ai sacri riti pontifici, espletare funzioni varie di rappresentanza come nel caso di accoglienza di personalità di rilievo in visita al Vaticano. Il tutto, vestiti con l’ immancabile frac nero ornato dal caratteristico collare d’oro. Insomma, per lo più funzioni simboliche a corollario di un titolo di prestigio, ma rimangono comunque figure importanti poiché è il Papa stesso a nominarli ed a sceglierli tra persone che ritiene quindi di sua fiducia. Gentiluomini del Papa si diventa, non si nasce. Non occorre essere di sangue blu né appartenere a qualche circolo particolare. Gentiluomini si diventa, recita l’annuario pontificio, “con Biglietto – con la B maiuscola, ndr – della segreteria di stato vaticana”. Chi ne è degno? (Perché di “dignità” si tratta). Ne sono degne “persone che si distinguono per prestigio personale e che hanno acquisito particolari benemerenze verso la Santa Sede”. E’, quindi, per doti personali, per azioni svolte (almeno sulla carta) indipendentemente dal proprio ceto o classe d’appartenenza, che si diviene gentiluomini: un incarico ambito perché è il sigillo, nero su bianco, di un legame del tutto particolare che si viene ad avere direttamente con il Papa. Non a caso è della “famiglia pontificia”, della famiglia del pontefice, che si entra a far parte. Servono due cose, dunque: il prestigio e le benemerenze personali.
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