Taurasi – Vita, emozioni e pensieri: tutto in una fitta corrispondenza che ha svelato i segreti più intimi di tre grandi della storia, della musica e dell’arte: Giacomo Puccini, Alcide De Gasperi e Jaen Paul Sartre, protagonisti di una serata intensa ed interessante in cui a prevalere è stato l’aspetto umano ed emozionale dei personaggi, svelati sotto una veste finora inedita. ‘Carta da lettere’, manifestazione al suo ‘debutto’ nel sud Italia, non ha deluso le aspettative del folto pubblico che ha riempito la suggestiva sala del Castello di Taurasi in una kermesse fortemente voluta ed organizzata da Giovanni Savignano e Antonetta Carrabs, eccellenti padroni di casa, a cui va attribuito il merito di aver creato un vero e proprio ponte culturale tra la Campania e la Lombardia. Una felice intuizione che ha già portato il suo primo risultato: il gemellaggio Taurasi-Monza, ufficializzato nel corso della serata dal sindaco Antonio Buono che ha accolto gli ospiti ed i partecipanti consegnando l’immagine dell’Irpinia felix ed ospitale degna della fama che, seppur ancora minima, la nostra provincia sta guadagnando nel panorama nazionale. Un ‘piccolo’ territorio per molti sconosciuto che regala ‘cervelli’ e ‘talenti’ per portare alto il nome della terra d’origine. È il caso di Antonetta Carrabs, originaria di Gesualdo, che ha portato in Lombardia l’amore per la sua terra trasmettendola attraverso poesie in cui l’Irpinia appare come un piccolo grande mondo in grado di racchiudere e conservare – preservandoli dalla contaminazione del mondo reale – sogni, speranze, tradizioni e storia di una terra orgogliosa e dignitosa, in cui le piccole cose diventano grandi conquiste ed obiettivi da raggiungere. Non a caso gli attori Margò Volo e Roberto Benfenati – voci narranti della serata – accompagnati dal pianoforte del maestro Muto, hanno omaggiato la platea con una poesia che è riuscita a trasmettere la visione di una terra-sogno, dove i ricordi assumono il ruolo di fantasmi onnipresenti che raccontano al mondo il compiacimento dell’appartenenza. Allo sceneggiatore Ettore Radice il compito di illustrare l’amore di tre coppie storiche: dai contrasti vivaci ed ‘isterici’ tra Puccini ed Elvira Bonturi all’armonia tra De Gasperi e Francesca Romani al matrimonio mai arrivato tra Sartre e Simone De Beauvoir (argomento poi tralasciato per motivi di tempo). Ettore Radice, attraverso le sue ricostruzioni, ha virtualmente condotto gli ascoltatori in un mondo parallelo in cui è l’amore, in tutte le sue forme, a regnare sovrano e dominare le vite. È stato facile lasciarsi trasportare dal delicato talento dello sceneggiatore e, anche per un solo attimo, vivere idealmente la vita altrui grazie a suggestioni in grado di proiettarci in un universo dominato dalle più contrastanti emozioni. E le molteplici forme dell’amore non potevano ignorare la più forte forma del sentimento: quello non corrisposto. Delusione, delirio, rabbia e dolore nei monologhi di Emanuela Sica – tratti dal libro ‘Assolo’ – che ha trasformato le lacrime in arte con la volontà di renderle eterne. Insomma, una serata difficile da raccontare, così come è difficile raccontare una emozione e trasmetterla al pubblico con l’ambizione di dargli l’illusione di viverla. Tutto questo ieri è stato possibile. Grazie anche a due voci recitanti che hanno trasformato l’emozione in parola. Una serata delicata. Incantevole. Ed è inutile dilungarsi perché le emozioni vanno vissute, non raccontate. Il ‘mestiere’ della parola è davvero un talento per pochi.
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