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Comunità montana Alta Irpinia, Arminio è il nuovo presidente

Marcello Arminio, sindaco di Bisaccia, è il nuovo presidente della Comunità Montana Alta Irpinia.

Strascichi invece, soprattutto interni al Pd, sulla Giunta, composta da Pompeo D’Angola (S. Andrea di Gonza), Antonio Mercadante (Lacedonia), Salvatore Ruggiero (Lioni) e Franco Ricciardi (Monteverde).

In sintesi, il nuovo corso per l’ente montano segue il modello Asi, con l’intesa De Mita-D’Amelio-Alaia (rappresentante istituzionale quest’ultimo in appoggio alla nomina di D’Angelis).

“Cercherò di essere il presidente di tutti. Forestazione e problemi degli operai il cruccio maggiore”, queste le prime parole di Arminio.

Condivisione unanime sui problemi dell’Ente: operai della forestazione e casse prosciugate in attesa dei riparti regionali. Ma, come detto, guida ed esecutivo non hanno seguito la stessa linea.

Se sulla figura di Arminio l’accordo è stato totale (solo il sindaco di Calitri Michele Di Maio si è astenuto perché ritenutosi “… escluso dall’intesa”), grane maggiori sui 4 assessori. La proposta è di Luigi D’Angelis (Cairano) dell’Udc.

“Sul principio della massima convergenza”. La frizione parte da Vito Farese, delegato di Conza. Pur riconoscendo all’Udc il ruolo preponderante dopo le amministrative, annuncia: “Il Pd non fa parte di questo accordo perché non interpellato”, parlando di Giunta calata dall’alto.

Altra l’intesa con un esponente dello stesso quale la presidente del consiglio regionale Rosetta d’Amelio: “Lei non è il Pd” ha sottolineato Farese, astenutosi sui 4 nomi. Ruggiero però ha precisato: “Sul piano provinciale non c’è garanzia di un processo di condivisione. Un criterio andava individuato, quindi è normale che lo si è deputato a un rappresentante istituzionale del territorio”.

Astesnione, ma toni più pacati, anche dal sindaco di Sant’Angelo Rosanna Repole: “Non discuto le figure, ma il metodo: troppe cose sono state date per scontate”.

Il Pd, a differenza dell’Udc per cui sicuramente è stato più facile, ha continuato, “… è un partito composito e con sensibilità diverse. Certo, proporre una giunta per 2/3 fatta da esponenti di un fazzoletto di territorio è impensabile”.

Monito da Repole pure sulla mancata rappresentanza femminile: “Non lo dico io, ma la legge”.

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