Marco Grasso – “Comunicare ai tempi dei social non è facile, perché bisogna essere veloci e tempestivi, due caratteristiche che spesso e volentieri inducono alla superficialità nell’analisi e nel commento”. Per Ferruccio de Bortoli, ospite del Circolo del Nuoto di Avellino, “il giornalista deve fare il proprio mestiere con serietà e competenza, riconoscendo gli errori che si commettono perché, con una comunicazione digitale istantanea, di errori se ne commettono”.
“Non si può non comunicare” è il tema scelto dall’ex direttore del “Corriere della Sera” e del “Sole 24 Ore” per un incontro sulla comunicazione e il giornalismo aperto dai saluti del presidente del Circolo del Nuoto Gabriele Acocella e della vicepresidente, delegata alla Cultura, Anna Maria Pellecchia.
L’editorialista del Corriere della Sera parla di “degenerazione della comunicazione diretta” in riferimento a quei politici “che hanno la presunzione di parlare ad ogni istante con il proprio elettorato, in una forma estremamente ipertrofica di vanità personale”.
Inevitabile un passaggio sul Movimento Cinque Stelle, un partito nato nella rete che vive necessariamente di comunicazione. Il giornalista milanese racconta un aneddoto legato agli anni della nascita del movimento. “Conobbi in tempi in cui non era ancora noto Gianroberto Casaleggio, invitandolo a fare anche un incontro con la redazione. Pensai fosse un esperto della rete, non avevo assolutamente capito che fosse il promotore di un movimento. Io credo che una democrazia rappresentativa sia da preferire ad una democrazia diretta, che poi diretta non è, perché si finisce con il dare importanza ad un rumore di fondo, che spesso non rispecchia il vero sentimento del pubblico di riferimento”.
In riferimento alle parole usate da Di Maio contro la stampa, all’indomani dell’assoluzione del sindaco di Roma Virginia Raggi, de Bortoli parla “di attacchi maleducati e sguaiati, che qualificano la persona qual è. Il pluralismo va difeso, anche se gli attacchi contro la stampa ci sono stati anche in altre stagioni, anche se magari in maniera più sofisticata e produttiva”.
Per de Bortoli la buona comunicazione è anche, e soprattutto, selezione. “Il digitale è il modo in cui si comunica oggi, ed è uno strumento attraverso il quale gli stessi utenti della comunicazione tradizionale possono essere, a loro volta, produttori di informazione e di notizie. Una buona comunicazione fa sì che le cose importanti abbiano una certa rilevanza, evitando così di inondare il pubblico di notizie più o meno inutili, per nascondere magari quelle davvero fondamentali”.