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Comune, trattativa impantanata… e il copione si ripete

Avellino – Dopo il conclave serale di due giorni fa e l’ultimatum dei Ds con Gerardo Adiglietti e Sergio Barbaro al sindaco Pino Galasso, la maggioranza di Piazza del Popolo ci riprova e si accomoda al tavolo delle trattative. Non senza le stesse sottolineature. Garanzie, garanzie, garanzie. Una parola che rimbomba nelle segrete stanze dell’ente comunale e che trova d’accordo tutte le altre forze dell’Ulivo. (Per l’Udeur: il capogruppo Pino De Lorenzo e Vincenzo Sbrescia, per il partito di via Serafino Soldi chiaramente Gerardo Adiglietti e Sergio Barbaro, per la Margherita Enza Ambrosone, per lo Sdi Mattia Trofa capogruppo e il segretario cittadino Costantino Severino). E il copione si ripete. Costantino Severino dopo lo scontro sulla legittimità o meno del suo compagno socialista a sedere al tavolo e viceversa, sbatte la porta e va via. Comincia la disamina sulle questioni e la volontà unanime è la stessa: non si discute sulla fiducia al primo inquilino della casa comunale. Ma … i ‘se’ e i ‘ma’ restano eccome. I Ds non fanno marcia indietro. Necessario un segnale forte. Altrimenti ‘appoggeremo dall’esterno’. Una posizione espressa ampiamente al sindaco già ieri sera nel duro faccia a faccia. Il Campanile di Clemente Mastella ribadisce, anche se non in maniera perentoria (almeno per il momento), l’azzeramento dell’esecutivo Galasso e l’aggiustamento della macchina amministrativa. La Margherita con Ambrosone cerca la sintesi e propone un documento che racchiuda le posizioni espresse dalle anime del centrosinistra. Un documento che sarà stilato nelle prossime ore dal primo cittadino che non recede dalle sue posizioni e precisa: nessun rimpasto. Ma… – aggiunge a sentir dire dalle voci di corridoio – ‘nessuno può prevedere il futuro’. Ore di confronto dalla stessa e identica conclusione: trattativa impantanata caratterizzata da frenate e ripartite. Non sono bastati gli inviti detti e ridetti, anche nella pubblica assise scorsa, dal vertice Galasso alla sua squadra di archiviare la faccenda apportando aggiustature che “erano tra l’altro in itinere”. Una tra queste: il riordino della macchina amministrativa e dunque dirigenziale. Dichiarazioni e interventi che ancora una volta non convincono i ‘moralizzatori’ (la Quercia) che al Victor Hugo sollevarono il caso. Fanno storcere il naso al resto delle forze alleate. E intanto tra tira e molla, la città capoluogo attende risposte. (di Teresa Lombardo)

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