Nonostante lo scambio di accuse tra il consigliere Gianluca Festa ed il sindaco di Avellino Paolo Foti, la maggioranza di Piazza del Popolo potrebbe ritrovare una linea comune nella riunione che si terrà il prossimo sette gennaio.
Al summit dovrebbero prendere parte tutti i componenti della maggioranza consiliare.
Foti ha escluso l’azzeramento della Giunta e, soprattutto, dopo le ultime accese polemiche con Gianluca Festa, terrà fede alla parola data non sconfessando la propria linea.
In ballo ci sono le caselle rimaste vacanti dopo le dimissioni degli ormai ex assessori Lazazzera e D’Orsi; di più, all’orizzonte potrebbe profilarsi (ma il condizionale è d’obbligo) un possibile cambio in Giunta per quanto riguarda l’Assessorato alla Cultura dove Ida Pugliese potrebbe lasciare libero lo scranno.
E’ del tutto evidente che a tenere in mano il pallino del gioco è la Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio e i suoi riferimenti a Palazzo di Città che, riprendendo il dialogo con Foti (far saltare un primo cittadino Pd per beghe interne al partito risulterebbe particolarmente rischioso per un riferimento istituzionale di così alto spessore) di fatto verrebbero meno al “patto delle opposizioni” siglato con Festa che, all’interno del partito, è al lavoro per far saltare il banco a piazza del Popolo e via Tagliamento.
Il leader di Davvero ha tempo fino alla fine di febbraio per convincere i riferimenti di Rosetta D’Amelio all’interno del Consiglio comunale a mandare a casa la fascia tricolore di Avellino: se questo non accadesse, Foti potrebbe tirare dritto fino al 2017 e, soprattutto con la risoluzione della grana cantieri, mettere a tacere i malumori riacquistando un feeling con la città ridotto oggi ai minimi termini.
Foti, d’altra parte, non potrebbe apportare nessuna motivazione specifica utile a sostituire gli assessori nominati lo scorso luglio ed il riazzeramento, così, comporterebbe un’ulteriore perdita di credibilità politica dopo aver ribadito nel brindisi di Natale di “… non voler cambiare una squadra che sta vincendo”.
Come, del resto, è anche possibile che alzare la posta in maniera così evidente con la richiesta di un azzeramento completo dell’esecutivo sia per il fronte D’Amelio-Todisco-Famiglietti-Festa una mossa politica per ottenere la metà di quanto espressamente richiesto: Foti continuerà a governare in sinergia con le linee guida indicate dal partito, Carmine De Blasio no.
Naturalmente la questione della segreteria provinciale non è affatto slegata da quanto sta accadendo tra i banchi della maggioranza di Palazzo di Città. Il segretario, dal canto suo, ha ribadito che rimarrà al suo posto e che non si dimetterà. Il fronte anti De Blasio ha espressamente richiesto alle segreterie nazionali e regionali Pd ciò che non è riuscito a fare nell’assemblea di Capriglia.
La mancata sfiducia ha chiaramente messo in difficoltà i vertici nazionali e regionali del partito: è possibile commissariare una segreteria che non è stata sfiduciata? Forse si creerebbe un “precedente” difficilmente gestibile a livello nazionale dove molti, sui territori, si sentirebbero in diritto di richiedere commissariamenti senza passare dalla sfiducia ed il “caso De Blasio” potrebbe inevitabilmente attraversare i confini della Campania e “fare scuola” a livello nazionale per un partito, il Pd, che chiaramente si distingue per il pullulare di opposizioni interne e di egemonie correntizie sui territori.
Ieri l’altro, nel vertice a cui erano presenti Ivo Capone, Vanni Chieffo, Luigi Tuccia, Gianluca Festa, Beniamino Palmieri, Francesco Todisco oltre all’onorevole Famiglietti ed alla Presidente D’Amelio, sarebbe stato rinsaldato il percorso espresso nell’ultimo documento post-Capriglia dalle opposizioni.
Roma, intanto, prende tempo.